Reddito di Cittadinanza, dimentica di dichiarare le passate pene: condannato

Rischia il carcere chi incassa il RdC senza dichiarare le precedenti condanne penali. L’illecito si consuma nonostante il modello dell’INPS non chiarisce la necessità di indicare tutti i trascorsi

Non ha diritto al reddito di cittadinanza e rischia il carcere chi non ha dichiarato di aver avuto delle condanne nei dieci anni precedenti l’istanza. E ciò anche se il modello dell’Inps non riporta il precetto. È quanto affermato dalla Corte di Cassazione che, con la sentenza 5999/24 del 9 Febbraio 2024 della terza sezione penale, pubblicata il 12/02/24 richiamando il principio ignoratia legis non excusat, ha respinto il ricorso di un ex detenuto che richiedeva il reddito di cittadinanza tramite l’assistenza del patronato. Il ricorrente infatti sosteneva che la modulistica utilizzata in fase di richiesta del suddetto reddito non riportava alcun riferimento ad una condanna penale.

Ad avviso del Collegio, infatti, di cui ha scritto il sito Cassazione.net, il motivo è fondato e, al riguardo, hanno ricordato che “Gli ermellini chiariscono che nello stabilire i requisiti al Reddito di Cittadinanza, la modulistica ha una funzione solamente esplicativa e non poteva circoscrivere il tenore delle previsioni normative utili a regolare i presupposti per il conseguimento del reddito di cittadinanza.

Posto che la norma penale punisce chi effettua false indicazioni dei dati riportati nell’autodichiarazione finalizzata all’ottenimento di tale reddito, ne deriva che l’errore circa la sussistenza del diritto ad ottenerlo, anche se non in possesso dei suddetti requisiti, si risolve in ignoranza o in errore sulla legge penale.”

Quindi chi omette di dichiarare la condanna per reato contestato con aggravante di affiliazione criminale perde il reddito di cittadinanza. Nello specifico, per legge, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, nella dichiarazione per richiedere la concessione dei benefici del Reddito di Cittadinanza, bisogna indicare, oltre ai beni mobili e immobili, lavori anche saltuari, possesso di quote societarie, familiari conviventi con pensioni o redditi, ed anche l’eventuale presenza di condanne. Questo perché i reati penali sono incompatibili con il reddito di cittadinanza a meno che non siano trascorsi almeno dieci anni dalla condanna.

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