Parigi 2024. 36 atleti per squadra rifugiati: 2 gli ‘italiani’

Per prima volta avrà emblema, in nome 100 milioni profughi mondo

(DIRE) Roma, 2 mag. – Ci sono anche due rifugiati residenti in Italia tra i 36 che comporranno la Squadra olimpica dei rifugiati del Cio per Parigi 2024: si tratta di Iman Mahdavi, lotta libera 78 kg, e Hadi Tiranvalipour, taekwondo categoria -58 kg. Gareggeranno insieme agli altri 34 atleti annunciati oggi dal presidente del Comitato olimpico internazionale (Cio), Thomas Bach, durante una cerimonia trasmessa in diretta streaming dalla Olympic House di Losanna, in Svizzera. Per la terza volta ai Giochi olimpici, la Squadra olimpica dei rifugiati del Cio – con atleti provenienti da 11 Paesi, ospitati da 15 Comitati olimpici nazionali (Cno) per gareggiare in 12 sport – rappresenterà gli oltre 100 milioni di profughi nel mondo. Ne da notizia in una nota l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr). “Accogliamo tutti voi a braccia aperte: siete un arricchimento per la nostra comunità olimpica e per le nostre società” ha detto Bach, aggiungendo che “con la vostra partecipazione, dimostrerete il potenziale umano di resilienza ed eccellenza, inviando un messaggio di speranza agli oltre 100 milioni di sfollati nel mondo”. Il presidente ha aggiunto: “Allo stesso tempo, renderete consapevoli miliardi di persone in tutto il mondo della portata della crisi dei rifugiati”. I Giochi di Parigi 2024 saranno ricordati per un’ulteriore novità: per la prima volta, la Squadra olimpica dei rifugiati gareggerà con il proprio emblema di squadra: “Questo emblema ci unisce tutti” ha dichiarato la Chef de Mission della Squadra Masomah Ali Zada, campionessa afghana gareggiò nel ciclismo per la Squadra olimpica dei rifugiati a Tokyo 2020. “Siamo uniti dalla nostra esperienza- ha continuato Zasa-abbiamo fatto un viaggio per arrivare dove siamo. Gli atleti non rappresentano un Paese specifico, ma la Squadra olimpica dei rifugiati: avere il nostro emblema crea un senso di appartenenza e ci permette di rappresentare la popolazione di oltre 100 milioni di persone che condividono la stessa esperienza” e ora “il sogno dei Giochi olimpici è più vicino che mai”.

“Questi atleti rappresentano ciò che gli esseri umani possono fare anche di fronte ad avversità estreme” ha commentato l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi. “Lo sport- ha continuato- può offrire tregua, una fuga dalle preoccupazioni quotidiane, un senso di sicurezza, un momento di divertimento. Può dare alle persone la possibilità di guarire fisicamente e mentalmente e di tornare a far parte di una comunità”. Ci sono poi Iman Mahdavi e Hadi Tiranvalipour, i due rifugiati residenti in Italia scelti per andare a Parigi 2024: Mahdavi gareggerà nella lotta libera 78kg, e Hadi Tiranvalipour nel taekwondo categoria -58kg. Sono entrati a far parte del Programma olimpico per i rifugiati nel 2022 e 2023. Chiara Cardoletti, rappresentante Unhcr per l’Italia, la Santa Sede e San Marino, ha detto: “La loro selezione è senza dubbio un traguardo importantissimo non solo per loro ma per ciò che rappresenta per la causa dei rifugiati e per l’Italia che li ha accolti. Le persone in fuga sognano di poter ricostruire il proprio futuro in sicurezza e dignità. Troppo spesso la narrazione che li riguarda mette in luce solo i bisogni primari tralasciando il talento, il coraggio e la determinazione che portano con se. Lo sport- conclude Cardoletti- rappresenta uno dei palcoscenici più importanti per ribadire i valori della solidarietà e dell’inclusione e per questo siamo grati al Coni per l’impegno dimostrato nel sostenere gli atleti rifugiati nel loro sogno olimpico”.

La composizione della squadra è stata approvata dal Consiglio esecutivo del Cio (Eb) e si è basata su una serie di criteri tra cui, in primo luogo, le prestazioni sportive di ciascun atleta e il suo status di rifugiato verificato dall’Unhcr. Si è tenuto conto anche di una rappresentanza equilibrata di sport e genere, nonché della diffusione dei Paesi di origine. Il sostegno ai rifugiati e alle popolazioni sfollate, ricorda la nota, rimane una priorità fondamentale per il Cio e fa parte della Raccomandazione 11 dell’Agenda Olimpica 2020+5. La Fondazione rifugio olimpico (Orf) è stata istituita nel 2017 per dare seguito a questo impegno, e funziona al posto di un Comitato olimpico nazionale tradizionale, gestendo i borsisti atleti rifugiati e la Squadra olimpica rifugiati del Cio per Parigi 2024. L’Orf inoltre lavora per garantire l’accesso allo sport sicuro alle persone colpite da sfollamento in tutto il mondo, attraverso le partnership o i suoi programmi in tutto il mondo. Dalla sua nascita nel 2017, il lavoro dell’Orf ha permesso a quasi 400mila giovani di accedere a uno sport sicuro. Più di 1.600 allenatori sono stati formati per offrire sessioni di sport sicuro e i suoi programmi hanno sostenuto i giovani in 11 Paesi nei cinque continenti. (Alf/Dire) 15:39 02-05-24

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