Approvazione registro unioni civili, CSTP: “Attacco alla sacralità della famiglia, ci auguriamo che il vescovo li scomunichi”

centrostudiDa qualche giorno Reggio è diventata città civile e moderna. Fino a giovedì scorso non c’eravamo accorti di vivere in un villaggio di cavernicoli barbuti, con la clava in una mano e con l’altra impegnati a trascinare le donne dai capelli! Abbiamo appreso – ironizza in questa nota il Centro Studi Tradizione Partecipazione – che fino all’approvazione di questa delibera, con cui il comune istituisce il registro delle unioni civili a Reggio Calabria, eravamo un popolo di discriminatori e di “negatori” di diritti umani, anche se eravamo in compagnia di altri 7.816 comuni italiani che questo registro “non lo tengono”, come direbbero a Napoli… trogloditi anche loro!! 7.816 su 8.047, pensate un po’! Un registro che non produrrà alcun effetto giuridico e che ha avuto la priorità su tutti i disagi e le carenze vecchie e nuove di Reggio, che tutelerà diritti che già una legge riconosce alle coppie di conviventi (eterosessuali e non) e che non cambierà per nulla la qualità della vita dei cittadini che continueranno: a ricevere tasse salatissime, come salatissima è l’acqua che sgorga nel centro storico; a subire i disagi del trasporto urbano inefficiente; a non intravedere risposte alla povertà dilagante; a dover portare quotidianamente le automobili dai meccanici dopo averle danneggiate per il dissesto stradale diffuso; ad avere l’erogazione dell’acqua a singhiozzo; a dover assistere alle raccapriccianti “sfilate” di topi, blatte e scarafaggi; a dover portare i loro figli in scuole fatiscenti; a non trovare sbocchi occupazionali; ecc. ecc… l’elenco potrebbe continuare all’infinito. Ora siamo invece dei reggini civilizzati – continua la nota del Centro Studi – perché approvare il registro delle unioni civili, atto ripetiamo illegittimo ed inutile, ci ha reso un popolo più avanzato e al passo con i tempi, in cui tutto funziona perfettamente. Noi adesso viviamo in una città civile e moderna, una città dove può accadere tutto ed il contrario di tutto senza che nessuna coscienza “istituzionale” si senta disturbata. Senza che – e qui siamo seri – nessuno si indigni per questo becero attacco alla sacralità della famiglia.  Ci auguriamo, tuttavia, – conclude la nota del Centro Studi Tradizione Partecipazione – che almeno S. E. l’Arcivescovo dopo aver “battezzato” la giunta comunale in quel di S. Venere, dopo aver “raccomandato” questi moderni e civili amministratori alla S. Patrona nel corso della Processione settembrina della Sacra Effige, dopo aver provato a “responsabilizzare” il primo cittadino attraverso il rito della Confermazione, si renda conto davvero con chi ha a che fare e, almeno, li scomunichi.

IL PRESIDENTE

Giuseppe Agliano

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