Gheddafi sfida (per l’ennesima volta) l’occidente

Il Rais libico Gheddafi, ancora una volta, si è mostrato spavaldo di fronte agli attacchi continui della Nato. Gheddafi infatti ha ribadito: «Rimarrò a Tripoli, vivo o morto». In un messaggio audio, dopo che il proprio quartier generale è stato duramente attaccato dai missili della coalizione, Gheddafi ha gridato al mondo il proprio orgoglio, dicendo di ritenersi più forte dei missili. Inoltre nel messaggio ha esortato tutti i “patrioti” a radunarsi nei pressi della caserma di Bab Aziziya, suo quartiere generale più volte bombardato per «dimostrare il coraggio del popolo libico. Non ci inginocchieremo, non ci arrenderemo, le tribù sconfiggeranno le bande armate». Sempre nella stessa giornata la televisione di stato libica ha mostrato il Colonnello libico in riunione con alcuni capi tribù, in un luogo non bene identificato. Dunque il Rais non intende lasciare e, come direbbe qualcuno, raddoppia. Il presidente americano Barack Obama, dopo le esternazioni di Gheddafi, ha replicato duramente, mettendo ancora più pressione addosso all’ormai obsoleto comandante della rivoluzione libica di tanti anni fa. Intanto proseguono senza sosta i bombardamenti sui cieli di Tripoli, dove nel frattempo è arrivato l’inviato speciale delle Nazioni Unite Adbel-Elah Al Khatib. Una potente deflagrazione ha scosso in giornata il centro della capitale. Dalla zona dove si trova la residenza del leader libico Gheddafi si è alzata una spessa colonna di fumo. La televisione di Stato libica ha confermato che gli attacchi aerei della Nato hanno colpito il compound del Colonnello. La prima esplosione si è sentita alle 10 e 45, seguita poco dopo da altre tre. Secondo le prime indiscrezioni è stata colpita la caserma della guardia popolare, che si trova proprio di fronte alla residenza del Rais. In totale sembra ci siano stati 11 attacchi aerei successivi. Testimoni li hanno descritti come i più pesanti su Tripoli dall’inizio delle operazioni occidentali in Libia.

Salvatore Borruto

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