Provenzano tenta il suicidio in carcere o è solo una messa in scena

Colui che è stato considerato il capo di tutti i capi di Cosa Nostra, ha tentato il suicidio ieri nel carcere di Parma, in cui è detenuto per scontare alcuni ergastoli. Bernardo Provenzano, 79 anni , superboss della mafia, ha cercato di uccidersi infilando la testa in un sacchetto di plastica. Il gesto non è riuscito per il pronto intervento di una delle guardie carcerarie di sorveglianza. Cosa abbia spinto un malvivente del calibro di Provenzano a tentare l’estremo gesto non si comprende bene, forse il regime carcerario del 41 bis troppo duro (meritatamente e giustamente addebitatogli) o forse le sue molto serie condizioni di salute. L’ex primula rossa è reduce da un tumore alla prostata e sembrerebbe soffrire di un inizio del morbo di Parkinson oltre che di un’encefalite destinata a peggiorare. Detenuto dal 2006 dopo quasi 43 anni di latitanza è un mistero oggi come gli sia potuto arrivare in cella il sacchetto di plastica, se si fosse ucciso sarebbe stato un’altra nota dolente per il sistema carcerario italiano e per la nostra giustizia ,poiché non si sarebbero potuti portare a termine i processi a suo carico nei quali, nonostante le malattie sopra elencate, è stato ritenuto in grado di difendersi utilmente. Rimane ,nelle forze dell’ordine, il forte sospetto che il gesto sia stato solo una messa in scena per cercare di allentare un regime carcerario divenuto molto più aspro a causa delle sue precarie condizioni di salute.


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About the Author: Fabrizio Pace

Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.