La resilienza: ciò che non uccide fortifica

24\03\2014 – Durante la vita di un individuo possono presentarsi svariati eventi in grado di turbare l’equilibro psicofisico, tra questi: la perdita di una persona cara o del lavoro, una malattia o un incidente grave. A volte incontriamo persone che si trovano a sostenere alcune tra le situazioni sopra indicate, dimostrando una sorprendente “forza” nella gestione degli aspetti pratici ed emotivi ad esse connesse.

Quella che in gergo definiamo, appunto, “forza” d’animo, può essere meglio identificata come una caratteristica propria dell’individuo, definita resilienza, che inizieremo a spiegare citando la definizione di Andrea Canevaro , ne “Bambini che sopravvivono alla guerra”- in cui si fa riferimento a “la capacità non tanto di resistere alle deformazioni, quanto di capire come possano essere ripristinate le proprie condizioni di conoscenza ampia, scoprendo uno spazio al di là di quello delle invasioni, scoprendo una dimensione che renda possibile la propria struttura”.

Resilienza, deriva dal latino “resalio” iterativo del verbo “salio”, che in una delle sue accezioni originali indica l’azione di risalire sulla barca capovolta dalle onde del mare. Più comunemente rimanda alla scienza dei materiali ed indica la proprietà di conservare la propria struttura o di riacquistare la forma originaria dopo essere stati sottoposti a schiacciamento o deformazione. In psicologia connota la capacità delle persone di far fronte agli eventi stressanti o traumatici e di riorganizzare in maniera positiva la propria vita dinanzi alle difficoltà.

Possedere un alto livello di resilienza significa riuscire a fronteggiare efficacemente le contrarietà, dando nuovo slancio alla propria esistenza, riuscendo a raggiungere mete importanti. La resilienza presuppone comportamenti, pensieri ed azioni che possono essere appresi da chiunque. E’ chiaro che avere un alto livello di resilienza non significa essere immuni dallo sperimentare difficoltà o eventi stressanti, né significa essere infallibili, piuttosto permette di metterci in una posizione mentale di disponibilità al cambiamento.

Diversi sono i fattori che determinano un alto livello di resilienza: primo fra tutti l’ambiente in cui si vivono le relazioni, un clima di amore e di fiducia, infatti, sembra fornire incoraggiamento e rassicurazione favorendo, così, l’accrescimento del livello di resilienza. Altri fattori coinvolti sono relativi ad una visione positiva di sé ed ad una buona consapevolezza sia delle abilità possedute che dei punti di forza del proprio carattere;la capacità di pianificare passi graduali per il loro raggiungimento dei propri obiettivi; adeguate capacità comunicative e di “problem solving”; una buona capacità di controllo degli impulsi e delle emozioni.

Vediamo, ora, come potenziare la nostra resilienza.

  • Creare buoni rapporti. Stabilire relazioni sane con i propri familiari e con gli amici più in generale, significa imparare ad accettare con serenità il supporto che ci offrono le persone che si interessano a noi.

  • Non vivere le crisi come difficoltà impossibili da superare. In un contesto in cui non è impossibile evitare  di esporsi a circostanze altamente stressanti, risulta quanto mai importante il modo in cui si definiscono le modalità di risoluzione dei problemi che spesso ci troviamo a dover affrontare.

  • Accettare il cambiamento. Nella vita tutto cambia e a volte, sentiamo di non riuscire a realizzare ciò che volevamo. È questo il momento in cui imparare a riconsiderare le scelte fatte e verificare come riprendere il cammino verso gli obiettivi che ci siamo posti, magari adottando un’altra strategia, cercare una nuova strada.

  • Obiettivi realistici. Per sentirsi efficaci nel raggiungimento dei propri scopi, è necessario che questi ultimi siano realistici e quantificabili. E’ altresi importante compiere, ogni giorno, piccole azioni che ci permettono di avvicinarci ai risultati che vogliamo ottenere.

  • Agire in modo deciso. Affrontare le situazioni spiacevoli con strategie efficaci, significa darsi la possibilità di modificare una realtà percepita che crea sofferenza.

  • Imparare cose nuove.  Mentre lottiamo in una situazione avversa, spesso impariamo qualcosa di più su noi stessi, sulle nostre reazioni alle circostanze. È probabile, poi, che si acquisisca una nuova prospettiva della vita e si arrivi, così, a migliorare relazioni, ad aumentare la nostra forza d’animo, a percepire un netto aumento della nostra autostima,

  • Coltivare la fiducia in se stessi. Imparare a fidarsi delle proprie capacità nella risoluzione dei problemi significa porsi in una posizione positiva nella gestione delle situazioni negative.

  • Guardare gli eventi da una prospettiva più ampia. In una situazione dolorosa, è importante cercare di mantenere l’attenzione il più possibile al contesto nel lungo periodo.

Questi sono alcune delle strategie che permettono di sviluppare gli atteggiamenti tipici della resilienza, utili alla gestione di situazioni stressanti, che consentono di reagire agli eventi spiacevoli senza essere da questi sopraffatti.

Dott.ssa Olga Iiriti

Psicologa cognitivo – comportamentale

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