Ennesimo caso di femminicidio che quotidianamente insanguina le cronache: una 36enne originaria della Romania, è stata uccisa a picconate dal marito 41enne, anch’egli romeno, al culmine di una lite per gelosia nell’abitazione della coppia in provincia di Siracusa. Il cadavere è stato scoperto dai carabinieri, che subito dopo hanno fermato il marito. L’ uomo, autore dell’ omicidio in nottata ha confessato la sua colpevolezza. La cultura inarrestabile della violenza dell’ uomo sulla donna come evento naturale sembra riconfermarsi giornalmente quando episodi simili occupano le pagine dei quotidiani, forme di discriminazione che annullano la libertà femminile non soltanto fisicamente ma anche nella loro dimensione psicologica, nella socialità, nella partecipazione alla vita pubblica. Che fare per fermare i femminicidi? Che fare per proteggere le sopravvissute al femminicidio, e dare loro giustizia? Pene più severe? Ulteriori tutele? Maggiore informazione e sensibilizzazione nazionale ed internazionale? Difficile delineare il quadro complicato dell’ aumento di questo fenomeno, che cresce proporzionalmente alla disperazione tutta italiana di non riuscire a risolvere i problemi più gravi.