Lavoro: continua lo scontro. Cgil e Fiom annunciano manifestazioni

Il duro scontro sul Jobs act prosegue senza sosta. E, se Matteo Renzi, continua a premere sull’acceleratore, insistendo sul carattere prioritario della riforma, la minoranza pd e i sindacati frenano invitando il Governo al confronto per affrontare le questioni più ostiche. Lo fa capire chiaramente Pierluigi Bersani, il quale, senza mezzi termini, ha dichiarato che “se un segretario, come penso dovrebbe, vuole trovare una sintesi, secondo me non solo è possibile, ma anche abbastanza agevole: basta volerlo”. “In questi giorni – prosegue – lavorerò e lavoreremo per trovare un punto di convergenza”. Gli fa eco Gianni Cuperlo che insiste fortemente sulla necessità del dialogo per trovare una posizione unitaria e di buon senso almeno su aspetti importanti come il possibile allungamento del periodo di prova e il mantenimento dell’opzione del reintegro.

Risulta, invece, quanto meno enigmatica la posizione assunta dalla Cgil che, se da un lato, manifesta timide aperture nei confronti della proposta governativa, dall’altra, annuncia una grande manifestazione in piazza, alla quale parteciperà anche la Fiom, per protestare proprio contro la riforma del lavoro per come è stata concepita dall’attuale esecutivo. La data prevista, ma non ancora confermata, è quella del 25 ottobre. Il clima, quindi, continua ad essere teso e, in questo confuso contesto, sarà chiaramente importante la discussione e il voto della direzione del Pd. “Lunedì prossimo – ha, infatti, chiarito, Renzi – presenterò in direzione le mie idee”, in seguito “ci sarà un dibattito: si discute e alla fine si decide, si vota e si fa tutti nello stesso modo, si va tutti insieme”. Sul Jobs act, in poche parole, deciderà la direzione, dopodiché tutti si dovranno adeguare, perché, come ha ribadito il leader del Pd, la riforma del lavoro non è rinviabile.

Di parere opposto sia al Pd che alla Cgil è la Lega nord che, diversamente dalle altre forze in campo – politiche e sindacali – auspica la caduta del Governo. “Un intervento sull’articolo 18? Penso sia una presa in giro per gli italiani e non voteremo quei passaggi, le priorità sono altre”, ha tuonato da Milano il segretario della Lega, Matteo Salvini.

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About the Author: Luigi Iacopino