Riduzione in schiavitù. Due rumeni in arresto a Lecce

PoliziaNella tarda serata di ieri, personale del Commissariato PS di Gallipoli ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, collaborando con personale della Squadra Mobile di Bari nei confronti di U.V. nato in Romania e F. M.a N. nata in Romania,  accusati di aver ridotto in schiavitù una loro connazionale attraverso percosse gravi e minacce contro la sua incolumità nonché quella della figlia, collocata in un orfanotrofio in Romania, al fine di costringerla a prostituirsi. La giovane, a cui era stata sottratta la carta d’identità, per evitare che potesse fuggire, era giunta in Italia lo scorso anno con la promessa da parte di U. V. e S., rispettivamente padre e figlio, di effettuare alcuni lavori come badante presso una persona anziana, lavoro per il quale avrebbe dovuto percepire 1000 euro. Giunta in Italia, invece, era stata ospitata in un appartamento fatiscente a Bari, ove abitavano i due uomini e F.M.N. ( rispettivamente madre e moglie dei due)costretta a prostituirsi a Bari e a Taranto e a consegnare il ricavato delle prestazioni sessuali interamente ai suoi aguzzini fino a quando, il 27 ottobre 2015, la donna ha presentato presso gli Uffici della Questura di Taranto una formale denuncia raccontando episodi, descrivendo luoghi dove veniva portata e clienti scelti dai suoi procacciatori d’affari, che le fornivano anche profilattici e medicinali anticoncezionali atti a bloccarle il flusso mestruale. La donna, che offriva prestazioni sessuali al prezzo di 20 euro, ricavando circa 400 euro al giorno, veniva ricompensate con soli 5 euro per procurarsi del cibo. Nel mese di  luglio del 2015, allorquando i suoi sequestratori avevano deciso di trasferirsi a Gallipoli e volevano costringerla a seguirli in quella località, la donna era fuggita e per 3 giorni, dormendo per strada, si era sottratta alla schiavitù, ma raggiunta e picchiata, era stata costretta a seguirli a Gallipoli dove veniva indotta a prostituirsi in uno sgabuzzino di un locale commerciale. Per il resto dell’estate, con un bus, doveva recarsi a Taranto , tornando tutte le sere a Gallipoli al fine di lavorare in entrambe le città, questo fino al mese di settembre, allorquando tutta la famiglia era tornata a Bari. La denuncia presentata, tuttavia, aveva consentito l’apertura di un’attività d’indagine svolta dalla Squadra mobile di Bari che aveva acquisito una serie di prove utili alla dimostrazione delle condotte- reato commesse dal nucleo familiare in argomento. A seguito di tale attività d’indagine il GIP  presso il Tribunale di Bari, Dr. Sergio DI PAOLA  ha emesso il 18 luglio u.s. ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere,  nei confronti di U.V. e F.M.N. che nel frattempo si erano resi irreperibili, fino alla loro individuazione, grazie alle ricerche poste in essere dal personale del Commissariato di Gallipoli.

fonte  — http://questure.poliziadistato.it/Lecce

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