L’Austria prima accetta il ricollocamento migranti per poi prospettarne il rifiuto

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Austria 09:00 – Sono solo passati tre giorni dalla commemorazione dei 60 anni dei trattati di Roma. Tante le belle parole e mancava poco che si arrivasse al “je suis roma”. Molte le frecciatine sui sovranisti da parte di governo e governanti. Ribadito più e più volte la solidità dell’UE e l’unione dei paesi. Addirittura il premeir che si augura :  “Serve il coraggio di voltare pagina, abbandonando una visione della nostra economia affidata a piccole logiche di contabilità. Di procedere con cooperazioni rafforzate, dove è necessario e quando è possibile. E, soprattutto, il coraggio di mettere al centro i nostri valori comuni…..”. Bene, come ci riporta Ansa.it oggi ci si è risvegliati dal “sogno” ed abbiamo L’Ungheria che accusa l’Italia di ricattare i Paesi dell’Europa centro-orientale sulle ‘relocation’, inoltre abbiano un’Austria che dichiara di voler dare per ora il via libera all’accoglienza dei profughi da Italia e Grecia, salvo poi annunciare da Vienna che già al consiglio dei ministri di ieri porterà una proposta per chiamarsi fuori da qualsiasi schema di ridistribuzione futuro. Lo slancio unitario dimostrato dai 27 leader europei si spacca sul dossier migranti. L’agenda della riunione dei ministri dell’Interno Ue è fitta e disegnata in modo tale da evitare scontri, ma le vecchie distanze restano, ed emergono con forza ai margini dei lavori. Il capo del Viminale Marco Minniti schiva i giornalisti e lascia Bruxelles senza incontrarli, mentre il commissario europeo Dimitris Avramopoulos richiama ancora una volta gli Stati membri a rispettare gli impegni presi sui ricollocamenti. “Non ci sono più scuse”, avverte il greco. Nelle querelle sui migranti e loro ricollocamento abbiamo il commissario europeo Avramopoulos che chiede  di accogliere 1.500 profughi al mese dall’Italia e 3.000 dalla Grecia. Perchè così pochi dal nostro paese ci si chiede e la risposta arriva direttamente dall’Ue ; ” La cifra delle persone da ridistribuire dall’Italia – che fino ad oggi ha beneficiato solo di 4.400 trasferimenti sui 34.950 previsti entro settembre 2017 – “è bassa perché nel vostro Paese arrivano soprattutto migranti economici, e questo si somma con una certa lentezza delle procedure burocratiche”, spiegano fonti europee. infatti  in Italia i richiedenti asilo registrati e candidabili ai ricollocamenti sono solo 6.000, mentre in Grecia 20.000. Sul fronte della revisione del regolamento di Dublino, le cose non vanno meglio. Alla riunione, il punto viene messo all’ordine del giorno, ma senza discussione, proprio per evitare le scintille. La presidenza di turno maltese si sta facendo in quattro per trovare un compromesso entro fine mandato, ma “sulla solidarietà non ci siamo ancora”, è costretto ad ammettere il ministro dell’Interno della Valletta Carmelo Abela. “Facciamo del nostro meglio per raggiungere un accordo” conducendo incontri bilaterali a ritmi forsennati, “ma tocca anche agli Stati”. I più duri restano Ungheria e Polonia. Diciamo pure che per le “feste” e la “facciata” eurocrate l’UE sembra sempre unita e solida, ma la realtà dei fatti dimostra sempre il contrario e ad ogni problema le divisioni al posto di diminuire aumentano e rafforzano le divisioni.

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About the Author: Carlo Viscardi