Il Presidente Mattarella: “sarò arbitro imparziale”

(Fonte Ansa)
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La questione dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica si è conclusa in una mattinata carica di emozione e grandi gesti simbolici. Sergio Mattarella ha giurato fedeltà alla Repubblica Italiana e alla nostra Carta Costituzionale, ponendo il primo tassello di un iter che lo ha portato, infine, ad insediarsi definitivamente al Quirinale. Sarà lui, quindi, a “monitorare” il cammino del nostro Paese per i prossimi sette anni. Subito dopo il giuramento, ha tenuto il solenne discorso davanti all’intero Parlamento riunito in seduta comune. Trenta minuti durante i quali Mattarella – in piedi tra il presidente della Camera, Laura Boldrini, e il Vicepresidente Vicario del Senato, Valeria Fedeli – ha affrontato temi importanti e lanciato messaggi che – si intuisce – molto probabilmente influiranno sulla complessa e delicata attività che è stato chiamato a svolgere.

Ha chiarito – e da molti questo passaggio è stato accolto con entusiasmo, considerati i trascorsi controversi che hanno caratterizzato la Presidenza di Napolitano – che il suo sarà il ruolo dell’arbitro imparziale”. Prima di tutto, però, quasi come premessa al suo discorso, il neo presidente ha voluto rivolgere un saluto e un ringraziamento ai suoi predecessori, Carlo Azeglio Ciampi e, ovviamente, Giorgio Napolitano che era presente in Aula, per quello che hanno fatto.

crisiFondamentali le prime parole pronunziate, soprattutto se rapportate alla difficile crisi socio-economica e politico istituzionale che il Paese sta attraversando e in merito alla quale lo stesso Mattarella è tornato successivamente, chiarendo giustamente come è proprio questa crisi ad avere inferto “ferite al tessuto sociale del nostro Paese” e messo a “dura prova la tenuta del suo sistema produttivo”, determinando l’aumento delle ingiustizie, generando nuove povertà e producendo emarginazione e solitudine”. “Avverto pienamente la responsabilità del compito che mi è stato affidato – ha dichiarato formalmente – la responsabilità di rappresentare l’unità nazionale innanzitutto”. Un’unità che non soltanto “lega indissolubilmente i nostri territori, dal Nord al Mezzogiorno”, ma che è anche “costituita dall’insieme delle attese e delle aspirazioni dei cittadini”. Ed è proprio in quest’ottica che serve “l’impegno di tutti deve essere rivolto a superare le difficoltà degli italiani e a realizzare le loro speranze” perché “questa unità, rischia di essere difficile, fragile, lontana”.

La difficoltà e le angosce delle famiglie, la mancanza di lavoro, soprattutto per i giovani e nel mezzogiorno, nonché l’uscita dalla crisi – secondo il Presidente – necessitano l’impegno per alimentare “l’inversione del ciclo economico”. Proprio in questo senso e giacché sussiste la necessità di confermare il patto costituzionale che sorregge il Paese, che riconosce diritti e pari dignità e che “impegna la Repubblica a rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l’eguaglianza”, Mattarella ha insistito su un altro cavallo di battaglia che ha caratterizzato i nove anni di Napolitano, ovvero l’urgenza di quelle riforme che deriva dal “dovere di dare risposte efficaci alla nostra comunità”. È un momento, quello attuale, in cui tutti sono chiamati ad assumersi per intero la responsabilità di rappresentare l’intero popolo italiano e di servire del Paese, intendendo “la politica come servizio al bene comune, patrimonio di ognuno e di tutti”.

costituzione1All’interno di questo ampio e variegato panorama – che comprende anche il compito di riformare la Costituzione per rafforzare il processo democratico – la funzione del Capo dello Stato deve essere quella di “arbitro imparziale”, “garante della Costituzione”, a cui compete “la puntuale applicazione delle regole”. “Ma è altrettanto importante – e questo risulta essere una comunicazione diretta a tutte la parti in gioco, primi fra tutti i rappresentanti istituzionali – che i giocatori lo aiutino con la loro correttezza”. A questo punto il neo Capo dello Stato ha chiarito cosa significhi Garantire la Costituzione, citando, tra gli altri: garantire il diritto allo studio dei ragazzi e il loro diritto al futuro, riconoscere e rendere effettivo il diritto al lavoro, promuovere la cultura, amare i nostri tesori ambientali e artistici, ripudiare la guerra e promuovere la pace, garantire i diritti dei malati e di disabili, ottenere giustizia in tempi rapidi, sostenere la famiglia, risorsa della società, garantire l’autonomia ed il pluralismo dell’informazione, presidio di democrazia.

Significativo è stato l’ampio cenno dedicano a due problemi profondi e preoccupanti della nostra terra, ovvero la corruzione, che “ha raggiunto un livello inaccettabile”, e la mafia, la cui diffusione è allarmante e che rappresenta un cancro pervasivo, che distrugge speranze, impone sopraffazioni. A questi problemi si affiancano anche “altri rischi” che “minacciano la nostra convivenza”, primo fra tutti il terrorismo internazionale a sfondo religioso, senza tuttavia “considerare la sfida terribile del terrorismo fondamentalista nell’ottica dello scontro tra religioni o tra civiltà” che sarebbe un grave errore. “La minaccia – prosegue il Presidente – è molto più profonda e più vasta”.

italia vs europaInevitabile, infine, l’altrettanto ampio riferimento alla “nuova Europa”, vista da Mattarella come luogo in cui “l’Italia ha trovato l’affermazione della sua sovranità”. “L’Unione Europea rappresenta oggi, ancora una volta, una frontiera di speranza e la prospettiva di una vera Unione politica va rilanciata, senza indugio”.

Al termine del discorso, Sergio Matteralla ha ricevuto gli applausi dell’intera aula e si è, infine, diretto all’altare della Patria a rendere onore al Milite Ignoto, rispettando un altro gesto altamente solenne e simbolico che segna il rispetto verso tutti i caduti italiani per la Patria.

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About the Author: Luigi Iacopino