Ecosostenibilità, visione globale del concetto di sviluppo

di Annamaria Milici – Uno studio dell’Università della Georgia pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences e ripreso dall’agenzia di stampa Asca, ha dichiarato che il turismo ecosostenibile è un volano anche per l’economia dei paesi che lo mettono in atto. Lo studio ha esaminato gli effetti dei processi determinati dall’ attività turistica sulle comunità che vivono in prossimità delle aree protette del Costa Rica. I risultati dell’indagine mostrano per queste popolazioni un indice di povertà più basso rispetto alle altre zone del Paese. “Il nostro studio – affermano gli autori della ricerca, gli economisti Paul J. Ferraro della Georgia State University e Merlin M. Hanauer della Sonoma State University – ha evidenziato come la riduzione di circa due terzi dell’indice di povertà associato alla creazione di aree protette in Costa Rica sia direttamente riconducibile al turismo”. Il Costa Rica da tempo è impegnato in quest’ottica di sviluppo: una strategia che si è concretizzata nel sigillo di Certificazione di Sostenibilità Turistica (CST) che implica l’offrire ai turisti molto più di una semplice vacanza.

La filosofia è infatti promuovere la consapevolezza sull’ambiente e lo sviluppo delle comunità nel rispetto delle loro tradizioni e della loro cultura, migliorando così la qualità di vita delle popolazioni locali. Anche l’Oms ha riconosciuto la validità del progetto, definendolo un “programma esemplare”. Se questo programma esemplare fosse riprodotto e personalizzato anche nel meridione? Spesso si sente parlare delle enormi possibilità del turismo ecosostenibile, della mobilità senza emissioni, e di tutte quelle “nuove tendenze” sperimentate perchè di moda, ma, in realtà nascondo un potenziale che, se sfruttato al meglio potrebbe cambiare le sorti del pianeta. Lo stile di vita, il profitto e l’ emisfero dovrebbero respirare in armonia, creando un cerchio e non quel circolo vizioso, in cui la terra soffre e di conseguenza anche le creature che lo popolano. L’ esempio riportato delle aree protette del Costa Rica è solo uno dei tanti cambiamenti in “verde” per aiutare le generazioni future a preservare e rispettare con l’ azzeramento (sogno utopistico) dell’ inquinamento la loro “grande casa”. Si pensi alla Svezia, in cui nella contea di Halland sarà costruito un quartiere eco ispirato alle ali di farfalla: si chiamerà Butterfly square e sorgerà nel 2016. L’intera area, ideata dalla Weatherhead Architecture, è un maxi complesso residenziale formato da due “ali di farfalla” a forma di L, con tetti verdi utili per il risparmio energetico e per piantare e tutelare piante e fiori rari e, al centro, un percorso pedonale “car free”, ideato per promuovere una mobilità davvero sostenibile.. quella delle lunghe passeggiate respirando aria (pulita)! Anche i materiali del “quartiere farfalla” sono interamente naturali: solo legno, vetro e pietra, per rendere il complesso davvero sostenibile e in armonia con l’ambiente circostante. Burlington, invece, la più grande città del Vermont è la prima negli Usa a produrre elettricità 100 per cento rinnovabile.

 L’obiettivo è stato raggiunto grazie all’acquisto di una centrale idroelettrica da 7,4 megawatt sul fiume Winooski, a poca distanza dalla cittadina, che fornirà circa un terzo dell’energia richiesta dai cittadini di uno dei maggiori produttori di sciroppo d’acero di tutti gli Stati Uniti. La restante energia proverrà per un terzo da impianti eolici e per un terzo da una centrale a biomassa, la Joseph C. McNeil Generating Station. Impianto che utilizza scarti della lavorazione del legno per produrre elettricità. Città che stanno lavorando sulla mobilità facendo progetti a lungo termine, sfruttando il trasporto pubblico, le piste ciclabili, gli altri mezzi di trasporto in condivisione monitorando  inoltre la qualità dell’aria tra le tante sono: la capitale e la città più popolosa della Slovenia, Lubiana, che dal 2006 a oggi ha implementato la rete di piste ciclabili del 550 per cento. È anche la Capitale Verde 2016. Grazie al Piano per la Mobilità Sostenibile, la cittadina prevede di aumentare entro il 2015 gli spostamenti a piedi del 20 per cento, in bicicletta del 40 per cento e su autobus del 50 per cento. Allo stesso tempo stesso prevede di ridurre il numero di spostamenti in auto. Entro il 2020 progetta di avere la mobilità così composta: un terzo da mezzi pubblici, un terzo con mezzi non motorizzati e un terzo da veicoli privati; Budapest, che ha da poco implementato il servizio pubblico acquistando 150 nuovi autobus dotati di motorizzazioni più efficienti. Ha inoltre restaurato la metropolitana, servita dalla linea più antica di tutta Europa. È una delle città europee con il maggior numero di chilometri di piste ciclabili (300 km) e ha da poco aumentato il servizio di bike sharing che conta 76 stazioni con ben 1.100 bici a disposizione; Helsinki, la capitale finlandese che punta ancora più in alto, tanto da voler eliminare l’auto privata entro il 2025. Il progetto è complesso e punta a sviluppare una rete di trasporti articolata, che prevede un forte implemento dell’infomobilità. Con uno smartphone sarà possibile conoscere tragitti, orari, mezzi di trasporto disponibili e soprattutto pagare il servizio scelto; Oslo, la città più elettrica d’Europa. Qui e in tutta la Norvegia il numero delle auto elettriche è letteralmente esploso, grazie soprattutto agli ingenti sgravi fiscali per chi acquista un’auto elettrica e grazie all’implementazione di una rete di ricarica. Solo in città ci sono 4.000 colonnine di ricarica. Inoltre, come accade anche nelle nostre città, è possibile circolare su corsie preferenziali e non pagare pedaggi per entrare in centro o nelle zone a traffico limitato. Anche l’ Italia sta cercando di proporre soluzioni “amiche dell’ ambiente”: Milano  ha lavorato molto negli ultimi anni per ridurre traffico e inquinamento e migliorare la rete del trasporto pubblico. Dall’istituzione dell’Area C, al rafforzamento del servizio di BikeMi, che conta ormai più di 200 stazioni. Dalla recente esplosione dei servizi di car-sharing, sia privati che a partecipazione pubblica, all’inaugurazione della nuova linea della metropolitana. Da non dimenticare l’iniziativa Pass Mobility, dedicata a tutte le aziende del territorio che permette al pendolare di rinunciare al mezzo privato scegliendo quello pubblico, pagato dall’azienda stessa. Da cittadina della parte quasi più estrema dello stivale, sognando ad occhi aperti la mia città come un gioiello che raccolga e unisca idee innovative rispettose allo stesso tempo dell’ ecosistema, mi piacerebbe un giorno vedere realizzato un progetto rivoluzionario, che miri alla mobilità eliminando o quanto meno riducendo il più possibile le emissioni di CO2, che valorizzi il territorio puntando sul bene più prezioso che abbiamo, il mare; che si adegui ai modelli positivi europei, mettendo a disposizione dei cittadini tutti i mezzi alternativi all’ automobile, in sicurezza, libertà e convenienza economica; che si dedichi alla creazione di una rete urbanistica valorizzando la mobilità a piedi, imponendo nei quartieri residenziali il limite di velocità  dai 20 ai 30 km/h.; che aumenti il più possibile lo sviluppo di una mobilità non motorizzata.

Tutto ciò consentirebbe il miglioramento della qualità della vita del singolo, e di conseguenza della comunità, potrebbe far sorgere il desiderio di dedicare più tempo al proprio benessere non solo all’ interno di palestre, piscine o centri dedicati all’ attività fisica ma anche per raggiungere il posto di lavoro, in quei “cinque” minuti utili per  rigenerare la psiche e le cellule respirando aria pura. Fare del Sud Italia un modello – gioiello che miri ad un turismo incentrato sulla scoperta dei luoghi più impervi da vivere passeggiando pedalando o nuotando, eliminando il divario culturale che separa il meridione dal resto dell’ Europa, è possibile. Conoscere il proprio pianeta vuol dire anche proteggerlo e proteggerlo vuol dire amarlo.

“Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare.” Andy Warhol

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