I numeri dell’assistenza sanitaria in Calabria

Si rischia di far implodere il sistema sanitario di Reggio e provincia e non garantire quei livelli di assistenza minimi ed essenziali. Non è possibile tollerare in silenzio il taglio di quasi un centinaio di posti di lavoro (riferiti a varie tipologie di contratto stipulate dopo il primo gennaio 2010) del personale medico, ed altrettanti in quello paramedico, senza battere ciglio. Nessuno può pensare che dinnanzi a questa scure di licenziamenti le prestazioni nei confronti dei pazienti non subiscano un serio contraccolpo.  Davanti ad una gestione della sanità che guarda con miopia solo a conti da far quadrare e tagli da perpetrare sulle spalle del personale, è necessario che ognuno si prenda le proprie responsabilità e non si scarichi su di un personale medico, gravato ormai da carichi quasi insostenibili, il peso un sistema che rischia il collasso. L´Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Reggio Calabria ha discusso approfonditamente di questa attuale ed impellente problematica nell´ultima seduta del consiglio  e, quale organo che rappresenta l´intera categoria, esprime profonda preoccupazione per quello che potrebbe accadere nei nostri ospedali se si continua a tagliare avendo come unico parametro di riferimento i numeri del piano di rientro. Fra il personale che rischia di essere tagliato fuori c´è chi, proprio a causa della lentezza della macchina amministrativa si trova a svolgere un servizio prezioso ma a tempo determinato da quasi un decennio con la conseguenza che, alla luce del parere espresso di recente dalla Corte dei Conti nella delibera n.129, dovrebbe essere messo alla porta.  Sebbene non sia certo trascurabile il fatto che molti colleghi potrebbero restare senza un lavoro, il dato più allarmante è senza dubbio, quello legato all´impossibilità di fornire un servizio sanitario ed assistenziale adeguato a quelle che sono le richieste della popolazione del nostro territorio. Per di più, molti reparti, nelle varie strutture ospedaliere della provincia di Reggio Calabria,  potrebbero trovarsi in gravissima difficoltà se non addirittura impossibilitati a garantire il servizio. Oramai il personale medico e paramedico è abituato, seppur stringendo i denti, a lavorare con la carenza di farmaci e strumentazione di vario genere, ma quando è proprio il personale che viene meno allora sono a rischio i livelli essenziali di assistenza al malato. Nell´opera di smantellamento del sistema sanitario reggino, poi, non vanno dimenticati i numerosi licenziamenti che hanno riguardato i colleghi che operavano nelle cliniche private, anch´esse oggetto di questa cruenta politica di tagli; medici che, ad ogni modo, rappresentavano un importante sostegno nel garantire un adeguato livello di assistenza.Plaudiamo e sosteniamo quegli amministratori che fino ad oggi, mettendosi una mano sulla coscienza, si sono assunti la responsabilità di garantire l´assistenza sanitaria attraverso delle assunzioni di quel personale che si rivela, ogni giorno, indispensabile per il funzionamento dell´assistenza sanitaria. Alla luce di una situazione che per la sanità reggina è davvero da codice rosso chiediamo ufficialmente un incontro al Sub Commissario per il Piano di Rientro per Calabria, al Tavolo Massicci, Luciano Pezzi, nonché alle istituzioni regionali competenti in argomento, al fine di discutere e valutare, insieme a chi quotidianamente ed effettivamente garantisce la tutela della salute dei cittadini, le ricadute sociali che potrebbero derivare da una politica basata esclusivamente su tagli indiscriminati ad un personale che già è ridotto all´osso.

Giuseppe Dattola

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