Interrogazione parlamentare presentata dai Senatori calabresi del NCD sulla decisione di prolungare il commissariamento della città di reggio Calabria

 Nico D’Ascola, Antonio Caridi e Giovanni Bilardi

“Al Ministro dell’Interno, Premesso che:

in data 9 ottobre 2012 il consiglio comunale di Reggio Calabria veniva sciolto dal Consiglio dei Ministri per “contiguità mafiose”, come spiegato dal Ministro dell’interno dell’epoca, Annamaria Cancellieri. La commissione prefettizia all’uopo nominata per la gestione dell’amministrazione sarebbe scaduta in data 19 febbraio 2014. Tuttavia in data 18 febbraio 2014 veniva convocato in limine il Consiglio dei Ministri per l’esame del d.p.r. di proroga della durata dello scioglimento del comune, a norma dell’art. 143 del d. lgs. 267/2000. Tale decreto veniva approvato, al dichiarato fine di consentire il completamento delle operazioni di risanamento delle istituzioni locali.senatori calabresi NCD

Per converso, la fine del commissariamento era stata richiesta da più parti, posto che il provvedimento di scioglimento ha di fatto penalizzato la comunità reggina, non rafforzando la presenza dello Stato in Calabria, come dichiarato già nell’immediatezza, l’11 ottobre 2012, dall’odierno Ministro dell’Interno.

Ebbene, in una tale situazione, la decisione di prorogare il commissariamento – che, tutt’altro che aiutare, grava ulteriormente sulla città di Reggio Calabria, stante il bilancio nefasto della gestione straordinaria della città e l’aumento imbarazzante delle emergenze sociali – è intervenuta dopo forti pressioni esercitate da parte di alcuni esponenti del PD, tra cui spicca in particolare il nome dell’on. Rosy Bindi.  Pressioni, queste, esercitate non certo nell’interesse effettivo di una città che necessiterebbe – all’opposto di come è stato fatto – di una Amministrazione eletta liberamente, forte e ben qualificata, capace come tale di affrontare l’emergenza. Si tratta di pressioni intuitivamente rivolte allo scopo di partito di potere usufruire di un più ampio arco temporale nel quale individuare un serio e credibile candidato del PD – attualmente inesistente – al ruolo di sindaco della città. Posto, dunque, che deve reputarsi inaccettabile il fatto che sia stato attuato un condizionamento delle scelte del Ministro dell’Interno per ragioni di palese matrice politica – utilizzando il ruolo istituzionale di Presidente della Commissione antimafia rivestito dall’on. Bindi – si chiede che venga avviata una verifica sull’attività svolta dalla Commissione prefettizia che amministra il comune di Reggio Calabria. Infine – alla luce di quanto esposto – si chiedono le dimissioni dell’onorevole Rosi Bindi da Presidente della Commissione Antimafia”.

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