Prima riforma del Governo

Sembra proprio che il Premier Renzi voglia mantenere le promesse date, e che le sue dichiarazioni, non siano state scritte sulla “sabbia”, ma che voglia diventino vere e proprie riforme e innovazioni per il nostro Paese. In queste ore, accompagnata da urla e dichiarazioni tipo : “Questo è un Golpe! Votiamo compatti no.” dell’ex ministro Brunetta, sembra che L’assemblea di Montecitorio abbia dato il sì definitivo al provvedimento che le abolisce le province. Il testo è stato approvato con 260 sì, 158 no e 7 astenuti. Contro il DDL Delrio hanno votato Fi, M5S, lega, Sel e Fdi. Con questa approvazione e trasformazione in legge, le province non vengono cancellate ma semplicemente vengono riordinate le varie competenze nell’intenzione di cancellare definitivamente le province. Dieci Città metropolitane (Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria), dal primo gennaio 2015 subentrano alle Province omonime e succedono ad esse in tutti i rapporti attivi e passivi. Tempi diversi sono previsti per le città commissariata : la città metropolitana non entra in funzione prima del rinnovo degli organi del Comune ed è costituita alla scadenza naturale degli organi della Provincia. Le città metropolitane saranno enti di secondo grado e tra le loro funzioni avranno quelle legate a pianificazione territoriale generale, mobilità e viabilità, promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale e dei sistemi di informatizzazione e digitalizzazione. A capo della città metropolitana ci sarà il sindaco della città capoluogo a meno che lo statuto non ne decida l’elezione diretta. Gli altri organi della città metropolitana sono il consiglio metropolitano e la conferenza metropolitana. Le Province resteranno enti di secondo grado fino al 31 dicembre 2014, mantenendo le funzioni di area vasta ed esercitando le funzioni di pianificazione riguardo a territorio, ambiente, trasporto, rete scolastica, gestione dell’edilizia scolastica e il controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale. Con la redistribuzione di funzioni e personale tra Regioni e Comuni, e solo in piccola parte alle Province, viene redistribuito sia il patrimonio, sia il personale con lo stesso compenso.
Il ministro Boschi dichiara : “Pur nel doveroso rispetto del confronto e dei cambiamenti che queste nostre riflessioni possono apportare al testo, c’è una consapevolezza: c’è una urgenza. Nessuno vuole dare ultimatum, ma stimolare una accelerazione”. Ai microfoni di “Otto e mezzo”riguardo le dichiarazioni di Brunetta Renzi riferisce del colloquio con Denis Verdini (FI) : “Abbiamo parlato di riforme e spero che Fi resti nell’accordo e che voterà il superamento del Senato e l’abolizione del Cnel. Penso che il patto reggerà: io sono molto convinto che le riforme promesse andranno avanti. Oggi abbiamo detto basta a tremila politici nelle province”, sulle riforme “dobbiamo andare avanti come un rullo compressore.” Intanto Renzi rilancia con un’altra novità, infatti dichiara che : “il 15 o il 16 aprile ci sarà il consiglio dei ministri per sbloccare i denari che servono per il taglio dell’Irpef”, il che sta a dire che i famosi 80€ in busta paga dovrebbero arrivare, alla domanda se nel caso di vittoria alle europee del M5S lui si dimetterebbe risponde : “E per quale motivo? Noi stiano facendo le riforme, lui vota contro. Oggi il PD e la maggioranza hanno votato per eliminare 3mila politici dalle province, loro per mantenerli, noi voteremo per abolire il Senato, loro per mantenerlo.” Risposta coerente e veritiera… Ma Renzi ha già trovato e troverà molti intoppi per questa riforma, e sicuramente dovrà stare attento ai componenti del suo stesso partito, che cercheranno di mettere i bastoni fra le ruote al suo lavoro, infatti 22 senatori del Pd e parte di Forza Italia hanno espresso dubbi sul ddl costituzionale di riforma del Senato presentato dal governo, e non ultimi molti esponenti della minoranza interna al suo partito hanno espresso molte perplessità…

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About the Author: Carlo Viscardi