Agliano, sbarchi clandestini a Reggio: problema serio e preoccupante e non oggetto di boutade estive

Giuseppe Agliano“L’immigrazione è da sempre un argomento difficile da trattare, non solo per la sua complessità, ma soprattutto perché i sempre vigili soloni del politicamente corretto, sono pronti a lanciare le loro scomuniche e accuse di razzismo nei confronti di chi solo osa accostarsi all’argomento portando una visione anti-conformista e non allineata a quella del buonismo imperante”. Lo afferma il Presidente del Centro Studi Tradizione Partecipazione Giuseppe Agliano, il quale sostiene che da tempo ormai, si assiste ad una continua escalation del fenomeno, che sempre più assume l’aspetto di un’emergenza incontrollabile. Ciò nonostante, anche noi vogliamo fare una riflessione sul dibattito che si è aperto in Città a seguito anche delle varie dichiarazioni di esponenti politici. Quello dell’immigrazione è, infatti, un problema di vasta portata che investe non solo l’aspetto sociale ed economico ma anche quello giuridico e della sicurezza. Dal 1997, hanno in cui il fenomeno è esploso, ci sono volute due leggi (Turco-Napolitano del 1998 e Bossi-Fini del 2002) e diversi altri interventi (Pacchetto sicurezza del 2009 e nuove disposizioni normative del 2013 e 2014) da parte del Governo Italiano per affrontare, ma non risolvere, il caso. Le cause di questo vero e proprio esodo sono diverse, spesso poco chiare e, quindi, vacilla immediatamente l’idea di una spontaneità delle migrazioni motivate soltanto dalla miseria o dalla fuga dalle guerre. Per tale motivo, è opportuno richiamare le dichiarazioni rese nel 2004 dal Ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu, secondo il quale: “centinaia di criminali percorrevano il territorio africano dal Marocco fino all’Eritrea per offrire imbarchi verso l’Italia, i quali hanno agito indisturbati senza che nessuna organizzazione o autorità internazionale abbia solo tentato di porre fine al traffico di esseri umani”. Dello stesso tenore molti articoli sui quotidiani nazionali, che hanno pubblicato notizie provenienti da fonti libiche per cui oggi sappiamo che: ogni clandestino che si imbarca per raggiungere l’Italia, paga ai mercanti di carne umana da tremila a cinquemila dollari. Inoltre, sappiamo che per i musulmani, le migrazioni rivestono un particolare valore simbolico. Il viaggio verso la terra straniera rappresenta la fuga di Maometto dalla Mecca. Nella dottrina islamica, Egira (migrazione) e Jihad (guerra santa), rispondono alla stessa logica e mirano allo stesso obiettivo: l’espansione dell’islam. Quindi, le nostre preoccupazioni maggiori, al di là dei facili luoghi comuni legati al razzismo e delle allegre boutade estive di alcuni candidati, sono legate alle rischiose ripercussioni che il fenomeno presenta: a) sul piano sociale, in quanto occupa spazi, seppur generalmente nei settori più umili, nel mercato del lavoro trattandosi di manodopera a buon mercato; b) nel campo del terrorismo di matrice religiosa, poiché il flusso migratorio proveniente dai paesi nordafricani rappresenta un potenziale veicolo di nuove istanze religiose ed alimenta la già consistente comunità musulmana residente nei paesi dell’UE; c) nel settore della criminalità organizzata, in quanto la prostituzione ed il traffico di droga, sono per tanti disperati fonte di facile guadagno.
Tanto premesso – continua Giuseppe Agliano – assistiamo, da circa un anno, a continui sbarchi di clandestini nel porto di Reggio Calabria – anche in queste ore ne sono arrivati altri 1300 – alcuni addirittura scortati dalle più importanti navi da guerra della Marina Militare Italiana. Per noi, queste sono operazioni tecnicamente e socialmente inspiegabili, tenuto conto che altri territori ed altri porti hanno strutture e servizi sicuramente molto più idonei a questo tipo di accoglienza, vedi Messina o Catania per esempio. Tuttavia, Reggio ha dato dimostrazione di essere una città solidale, con i cittadini che si sono adoperati a portare viveri, medicinali e vestiario e con gli enti preposti e le associazioni di volontariato sempre pronti alle emergenze. Assistiamo anche, come detto, al moltiplicarsi delle prese di posizione al riguardo, comprese le dichiarazioni di coloro che hanno deciso di impegnarsi in politica, candidandosi a gestire la cosa pubblica per tutelare gli interessi del territorio e di tutti i suoi abitanti. Singolari e fantasiose (per usare qualche eufemismo) ci sono sembrate alcune proposte di esponenti del centro-sinistra i quali sostengono che gli immigrati sono una risorsa e possono risolvere i nostri problemi legati al turismo e allo spopolamento dei centri rurali. La domanda sorge spontanea: queste prese di posizione del centro-sinistra reggino e calabrese sul fenomeno migratorio, sono frutto di una posizione ideologica o fanno parte del futuro programma elettorale che intende proporre ai calabresi ed ai reggini? Se nel primo caso, tali dichiarazioni, possono essere archiviate come inutili provocazioni a sostegno di un falso mito, nel secondo caso diventerebbe necessario denunciare la schizofrenia di un centro-sinistra che descrive Reggio e la Calabria come una città e una Regione a vocazione turistica, ma contemporaneamente, in nome di una follia ideologica, li vuole trasformare in una nuova Lampedusa, con l’istituzione di centri per clandestini e collocando gli immigrati che sbarcano sulle nostre coste in tutti i paesini rurali dell’entroterra. Queste belle anime in pena, che hanno fatto della falsa solidarietà la loro bandiera, hanno pensato all’impatto che avrebbe sul territorio e sul fragile tessuto economico e sociale la realizzazione di queste sciagurate proposte? Se questo è il modello di Città e di Regione che propone il centro-sinistra – conclude il Presidente del Centro Studi Tradizione Partecipazione Giuseppe Agliano – a noi piace ricordare: che Reggio con il suo porto fino a qualche anno fa, grazie al grande lavoro delle amministrazioni di centro-destra, veniva accreditata come la porta del continente occidentale che guarda agli altri Paesi del Mediterraneo e dell’Oriente in termini di rapporti e scambi commerciali, economici e culturali; che bisogna certamente costruire nuovi “centri”, ma di aggregazione per i nostri anziani, giovani e bambini; che ci si era preparati ad accogliere (questi sì con grande speranza ed entusiasmo) i turisti che sbarcano dalle navi da crociera; che si era faticato per attrarre sulle nostre banchine la ricca nautica da diporto; che avevamo pensato e costruito gli impianti sportivi per dare la possibilità ai cittadini di svolgere una sana attività fisica ed agonistica e non vederli ridotti a cupi e indegni dormitori per gli immigrati.
Immaginiamo solo per un attimo cosa passerà per la testa dei croceristi e dei proprietari delle belle barche che saranno presenti nel nostro porto nello stesso momento in cui arrivano i barconi o le navi della Marina Militare con a bordo centinaia di clandestini. E immaginiamoci pure cosa passerà contemporaneamente nella testa dei cittadini, degli sportivi e dei commercianti reggini… e si, il Modello Reggio era un’altra cosa…

banner

Recommended For You

About the Author: Redazione ilMetropolitano