Il Mito e la storia: Pietrangeli e il pubblico hanno ricordato Rocco Polimeni a cento anni dalla nascita

Laganà, Raffa, Praticò, Postorino, PietrangeliRicordi e testimonianze, immagini ingiallite dal tempo ed emozioni forti, di quelle che scaldano i cuori e riscoprono valori dimenticati. E alla fine, richieste di autografi, foto ricordo e un diluvio di applausi tutti per lui: per Nicola Pietrangeli, testimonial d’eccezione, nella serata in cui il Circolo del tennis  ha celebrato i cento dalla nascita di Rocco Polimeni, l’atleta morto da eroe nell’ultima guerra ed al quale è intitolato il sodalizio reggino. Un evento da incorniciare, come sempre succede, quando il mito si incrocia con la storia. Perché è lì che nasce una leggenda nella quale il pubblico ed i protagonisti si riconoscono e si identificano.

Dopo i saluti d’apertura del presidente Igino Postorino e del massimo dirigente del CONI Mimmo Praticò, il giornalista Tonino Raffa, ha commentato le foto ed i ritagli degli articoli con i quali i giornali dell’epoca ricordarono il sacrificio del sottotenente di Colonna Celere Rocco Polimeni morto nella battaglia di El Mechili in Cirenaica,  durante la guerra di colonizzazione, nell’aprile del 1941. Commozione intensa ha suscitato anche la lettura di alcuni brani delle lettere che Polimeni, dal fronte bellico, aveva indirizzato alla mamma Maria, alla sorella Lina ed alla fidanzata, Lina Castellani. Missive piene di affetto e di speranza, appartenenti all’archivio della famiglia del tennista-eroe, e che oggi assumono grande valore storico e documentario.

Poi il fiume di emozioni è proseguito quando il pubblico ha potuto assistere alla proiezione del filmato (curato dallo stesso Raffa) sugli oltre 80 anni di storia del Circolo del Tennis.

Un video suggestivo, non solo per la scelta delle musiche d’autore e delle immagini d’epoca, ma soprattutto per l’efficacia delle testimonianze raccolte : quelle di papa Giovanni Paolo II, di Lea Pericoli, di Nicola Pietrangeli e del presidente nazionale della Federtennis Angelo Binaghi. Dal filmato emerge un convincimento preciso, quello secondo il quale la storia della stessa città di Reggio si intreccia con quella gloriosa del circolo del Tennis che ha sin qui organizzato competizioni di altissimo livello, culminate con i tre incontri di Coppa Davis nel 1972 (Italia-Austria), nel 1983 (Italia-Irlanda), e nel 2002 (Italia-Finlandia). Dunque un racconto che non appartiene solo allo sport, perché col tempo quella del sodalizio di Parco Pentimele è diventata una storia del novecento italiano. Nella quale insieme con quella di Rocco Polimeni, si staglia la figura dell’indimenticabile “presidentissimo” Domenico Travia.

In virtù di questo, nel finale della serata, il presidente Postorino ha premiato gli eredi delle famiglie  Polimeni e Travia, presenti all’evento con il cuore gonfio di orgoglio e gli occhi lucidi per l’emozione.

Nella testimonianza di Pietrangeli, i suoi ricordi ed una certa affinità con il crudele destino di Polimeni:  Nicola iniziò a giocare da bambino in un campo di concentramento, a Tunisi, dove il padre, che faceva l’imprenditore, era finito internato durante la guerra. Fu lì che vinse il suo primo incontro di doppio, giocato in tandem con il papà Giulio. Poi ha ricordato i tanti tornei internazionali giocati da lui in riva allo stretto,  le sue  storiche vittorie al Roland Garros  tra il 1958 ed il 1960 (due successi nel singolare, uno nel doppio con il grande Orlando Sirola, uno nel doppio misto), la semifinale di Wimbledon nel 1960 (quando venne fermato dal “Fenomeno” Laver), la vittoria da capitano non giocatore nella finale di Coppa Davis in Cile nel 1976.

Tutto come il un film da oscar.

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