Riforma Senato fra frammentazioni e ricompattamenti

 

Via libera dell’Aula di Montecitorio alle riforme costituzionali. La Camera ha approvato il DDL sul nuovo Senato con 357 sì e 125 no e il testo ora torna a Palazzo Madama in terza lettura. Con questa notizia che riecheggia su tutte le testate giornalistiche, sia cartacee che on-line, possiamo notare che il comportamento delle varie fronde del parlamento si è nuovamente modificato, dando un’impressione di compattamento e restringimento dei ranghi che in effetti sembra solo essere più apparenza che sostanza.

Possiamo vedere come l’M5S sia rimasto fuori dall’Aula al momento del voto e come Sel abbia protestato mostrando la Costituzione. Esulta il “Premier” rinfacciando all’opposizione la grande compattezza dimostrata dal PD, compattezza che se vista con la lente d’ingrandimento, mostra molte crepe e diverse frammentazioni, che senza entrare nel dettaglio vedono la cosidetta Area riformista che fa capo a Pier Luigi Bersani ed il ministro per le politiche agricole Maurizio Martina a rappresentarlo oltre a nomi di spicco come Epifani Zoggia e Gotor. Gianni Cuperlo guida la Sinistradem che si pone in posizione ancora più critica verso il governo Renzi trovando in Stefano Fassina e Alfredo D’Attorre i suoi più strenui oppositori. Ci sono poi gli ex Dalemiani di Rifare l’Italia che occupano sia i vertici del partito sia importanti posti di Governo.

Le punte di diamante di questa corrente sono infatti Matteo Orfini che, oltre a esserne il presidente, è anche commissario straordinario a Roma, e il ministro della Giustizia Andrea Orlando, circa una sessantina di parlamentari a cui vanno aggiunti i “Civatiani”, ininfluenti numericamente ma agguerriti e col “dente avvelenato”; e questi sono i rappresentanti dell’opposizione interna al PD… Fra i Sostenitori di Renzi troviamo Areadem con il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini e a cui appartengono anche Debora Serracchiani, Piero Fassino e il capogruppo al Senato Luigi Zanda a cui aggiungiamo i franceschiniani i catto-renziani e renziani ortodossi… Ma da quest’ultima votazione se da un PD “formalmente” coeso notiamo grandi fermenti e mal di pancia interni, vediamo una Forza Italia compatta a votare NO, con il Cav. che dichiara : “Le Cassandre che sui giornali descrivevano il nostro come un movimento politico lacerato, diviso in mille fazioni, sono state smentite dal senso di responsabilità dei nostri rappresentanti” e che si augura che da oggi si rinunci “a qualche protagonismo di troppo e a qualche distinguo dal sapore un po’ strumentale”. E puntualizza a mo di giustificazione e in risposta alle perplessità interne al partito : “A chi oggi, pur votando contro, esprime perplessita’ sulla linea intrapresa dal nostro partito ribadisco quello che più volte ho già detto: non siamo stati noi ad interrompere un percorso virtuoso di condivisione, non siamo stati noi ad anteporre gli interessi di partito a quelli del paese, non siamo stati noi a forzare ed imporre scelte che avrebbero dovuto essere concordate”.

Gli fa eco Renato Brunetta che nelle sue dichiarazioni afferma : “…Abbiamo votato unanimemente contro tutte le previsioni di tv e giornaloni – conclude Brunetta – abbiamo votato compatti poi ci sono sempre sensibilità diverse, e comunque sono inferiori a quelle nel Pd”. Quindi dopo queste ultime votazioni possiamo vedere come il “granitico” PD possa essere paragonato ad un “gigante dai piedi d’argilla” ed una FI che pare dia segno di voler “alzare” la voce e tornare a fare opposizione, ma con chi? Ci si domanda…. Come?…. Lo vedremo con le prossime votazioni.

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About the Author: Carlo Viscardi