Il comico Maurizio Battista al Cilea: “Non vengo a Reggio per insegnare qualcosa ma per stare insieme al pubblico”

Si definisce “genuino” come lo vedi è ma secondo noi, è anche molto meglio perché oggigiorno è difficile stare con i piedi per terra soprattutto, se sei un uomo di successo, ironico, brillante, un vero “animale da palcoscenico”. Maurizio Battista è tutto questo ma guai a dirgli che è un “Vip” perché sorridendo ti ammonisce: “sono un uomo normale, un papà di tre figli, pure io posso piacere o no”.

Il comico romano scalpita per calcare per la prima volta il teatro “Francesco Cilea” il prossimo 26 ottobre alle ore 20,45 con il suo spettacolo “Papà perché lo hai fatto” e sarà lui ad aprire la stagione teatrale dell’Officina dell’Arte che, già, annovera il primo sold-out.

“Verrò a Reggio Calabria per divertirmi col pubblico, per ridere e passare due ore spensierate – dice Maurizio – Non sono un marziano, ho pregi e difetti come tutti gli esseri umani, una cultura scarsa e un grande vissuto, perché mi è capitato di tutto, dalle morti alle cose belle. In questo spettacolo racconterò di me, della mia famiglia, sarà un work in progress ed interagirò col pubblico su eventi quotidiani che ci accomunano. Mi piace stare con la gente, fare foto, scambiare qualche chiacchiera dopo lo spettacolo. Sono cose così naturali e normali. Non mi sento arrivato, sono fortunato perché faccio ciò che mi piace e mi piace sapere che la gente mi vuole bene”.

La memoria e il passato sono un pezzo insostituibile del materiale per lo show di Maurizio e proprio da quel passato e poi dal suo presente parte per costruire una storia quotidiana divertente, ironica e che non vuole insegnare niente a nessuno.

“Non vengo a Reggio Calabria per fare il lavoro del comico, far riflettere sulla complessità della vita o insegnare qualcosa – ci tiene a precisarlo Battista – Vengo per stare insieme ai reggini e divertirmi per due ore. Non fingo mai, purtroppo, sono proprio così come mi vedete. Nella vita ho lavorato tanto e sofferto tantissimo e questo mi ha segnato. Con il mondo dello spettacolo non c’entro niente, io faccio parte del mondo del pubblico e non tollero i comici che danno lezioni di vita. Una cosa però voglio dirla: non ci accontentiamo mai delle cose che abbiamo, vogliamo sempre di più e non ci accorgiamo che quello che abbiamo è tanto. E’ il poco di tanto che non va sottovalutato. Per esempio, litighiamo e ci arrabbiamo con i parenti, con i genitori  per cose futili e capiamo la loro importanza quando non ci sono più, quando li perdiamo. Ci rendiamo conto tardi che quello che credevamo fosse un grande torto, un grosso problema in realtà, era una sciocchezza e adesso, la cosa più bella al mondo non c’è più”.

Poi l’ultimo pensiero lo dedica all’Officina dell’Arte e al suo direttore artistico Piromalli al quale rivolge un ringraziamento per “averlo voluto nella sua kermesse” ma ci tiene a ribadire: “questo è solo il primo di una lunga serie di incontri che io avrò con il pubblico reggino e non è una minaccia ma una promessa”.

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