L’Olocausto delle diversità

cimitero ebraico

È diverso interrogarsi sul perché della Shoah e della discriminazione dell’uomo contro altri uomini. Ecco cosa dovete conoscere per capire perché ogni mondo è un mondo di mondi. Ecco, come ogni anno, ritornare a ricordare un giorno difficile da cancellare, ma quest’anno al tempo del covid sarà un anno particolare che non vede manifestazioni corporee, ma mentali. Tutti come sempre uniti, anche se distanti, per celebrare la memoria collettiva: Il 27 Gennaio è la Giornata della Memoria. Un giorno nato per ricordare le vittime dell’Olocausto e, soprattutto, per interrogarsi sul perché della Shoah e della discriminazione dell’uomo contro altri uomini. Appuntamento importante quello di oggi, non rituale, occasione in cui una intera comunità, giovani e adulti, studenti e docenti, la cittadinanza tutta fa i conti con il passato e con un evento eccezionale come la tragedia della Shoah, il massacro di milioni di uomini, donne e bambini di origine ebraica nei campi di sterminio nazisti.

filo spinato recinto
Image by Barak Broitman from Pixabay

L’Olocausto e la Shoah sono stati genocidio con metodi scientifici, messi in atto da parte della Germania nazista fino al 27 gennaio 1945, quando i carri armati dell’esercito sovietico sfondano i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz in Polonia. Da quel giorno, questo campo è diventato il luogo-simbolo della discriminazione e delle sofferenze di chi è stato internato solo perché ebreo o zingaro o omosessuale o anche, semplicemente, perché si trattava di una persona con idee politiche diverse da quelle di chi era al potere. Mai dimenticare le parole con le quali Primo Levi ci ha per sempre ammoniti: se quell’orrore è potuto accadere, può accadere ancora. Il pericolo è sempre in agguato: odio, razzismo, antisemitismo, discriminazione, ingiustizia, violenza, guerre, sono malattie anche del nostro tempo. Mai abbassare la guardia, mai voltare la testa dall’altra parte, mai cedere all’indifferenza. La Giornata della Memoria non serve solo a commemorare quei milioni di uomini uccisi crudelmente e senza nessuna pietà, ormai, quasi 80 anni fa. Serve a ricordare che ogni giorno esistono tante piccole discriminazioni verso chi ci sembra diverso da noi. Spesso noi stessi ne siamo gli autori, senza rendercene conto.

La Giornata della Memoria ci ricorda, che verso queste discriminazioni non alziamo abbastanza la voce e che spesso, per comodità e opportunismo, ci nascondiamo in quella che gli storici chiamano la zona grigia.Si tratta di una zona della mente e del nostro comportamento, a metà tra il bianco e il nero, tra l’innocenza e la colpevolezza. In questa zona ad avere la meglio, alla fine, è l’indifferenza per chi viene isolato e non accettato. Per evitare che una tragedia come quella dell’Olocausto si ripeta, occorre ricordare e soprattutto capire. Uno strumento importante per farlo è quello di ascoltare la viva voce dei testimoni e di chi è stato direttamente coinvolto negli avvenimenti. Quel sottile filo rosso è costituito da un elemento su cui vale la pena soffermarsi: la diversità! La perseveranza e l’interesse nel voler mantenere vivo il ricordo di questi eventi è fondamentale per essere davvero consapevoli e per imparare a destreggiarsi in un mondo sempre più ostile nei confronti della diversità e, in tal senso, i miei alunni devono essere esempio di grande maturità e sensibilità. Si tratta di una lezione importante: la prima condizione per procedere insieme – cosa che dobbiamo assolutamente fare – è non umiliare l’altro, nelle pieghe della cultura altrui troviamo infatti anche qualcosa di nostro. Sappiamo di cosa si tratta: è la nostra umanità!

Prof.ssa Raffaella Solano

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