Sarah Kamsu “We Africans United”: “L’Africa non è solo quella dei libri di storia”

di Sonia Polimeni –  Con “We Africans United” scopriremo un volto diverso dell’Africa, un continente troppo spesso descritto con accezioni solo negative, schiavitù, colonialismo, povertà, ma la giornalista Sarah Kamsu e tutto il team di giovani afrodiscendenti  vogliono mostrare e mostrarci l’altra faccia della medaglia!
Sarah tu sei una giornalista e hai creato un progetto per dar voce alla comunità africana in Italia e nel mondo come è nata questa idea?
Il progetto è nato nell’Ottobre 2020, ero tornata da circa un anno dal mio paese d’origine il Camerun. Mi confrontavo spesso con persone afrodiscendenti in Italia e a volte mi capitava di citare personaggi importanti africani e loro non sapevano chi fossero e da lì constatai che molte persone afrodiscendenti conoscevano davvero poco della loro storia così pensai di creare un progetto che potesse avvicinarli e coinvolgerli nella scoperta delle loro origini.
Siamo tanti in Italia e abbiamo origini diverse, decisi di battezzare il progetto “We Africans United” perché credo molto nel panafricanismo e credo che dobbiamo essere solidali tra di noi, farci forza l’un l’altro, restare uniti e andare oltre le nostre differenze culturali, linguistiche e religiose. Sono partita da sola e subito siamo diventati un team, un team di giovani afrodiscendenti, la cosa bella è che ognuno di noi proviene da luoghi diversi e ha background differenti e ciò sta diventando per noi una vera ricchezza. Guardarmi intorno inoltre è stato fondamentale, non ero soddisfatta, a scuola mi ricordo che gli unici capitoli che mi furono proposti sulla storia dell’Africa erano schiavitù e colonizzazione, nei media spesso l’unica narrazione che viene proposta è Africa come un continente senza speranza. Allora tutto ciò mi ha spinto a creare qualcosa di alternativo, qualcosa che potesse portare sul tavolo una narrativa diversa.
Qual è la mission del progetto e nello specifico di cosa si tratta?
La nostra mission è fare conoscere la nostra storia, le nostre culture, gli apporti e i contributi del mondo afro al mondo. Diffondere un sapere diverso, fare in modo che le persone afrodiscendenti si sentano fieri delle proprie origini e di chi sono. Il nostro progetto si divide in diverse sezioni, abbiamo gli articoli redatti dal team di scrittori disponibili sulla nostra pagina Instagram e sul nostro sito che trattano di storia, di personaggi, di cultura, curiosità. Abbiamo un podcast in collaborazione con Radio Activa che si chiama Xam Xam disponibile su Spotify, in cui portiamo alla luce scoperte scientifiche, invenzioni del mondo afro del passato fino a oggi e intervistiamo inventori, scienziati africani in tutto il mondo. Facciamo interviste in diretta su Instagram con ospiti africani e afrodiscendenti che possono essere d’ispirazione a tutti.
Sarah Kamsu ha dato voce a personaggi afroitaliani anche del mondo dello spettacolo che hanno raccontato la loro storia…qual è stato il racconto che più ti ha emozionato?
La storia che mi ha emozionato di più è quella di Ainett Stephens, showgirl di origini afrovenezuelane. Durante l’intervista è stato bellissimo scoprire la sua storia, ci ha raccontato la storia degli afrovenezuali e come essi hanno mantenuto tradizioni e usi simili a alcune zone del continente africano, ci ha parlato del suo rapporto con le sue origini, e molto di lei. E’ una diretta da non perdere, non voglio svelare troppo e posso aggiungere che dopo ogni intervista  imparo un sacco e mi porto a casa sempre qualcosa di nuovo.
Cosa ti aspetti da questo progetto? Se dovessi sognare in grande cosa vorresti si realizzasse?
The Wom di Mondadori ha definito il nostro progetto “un social magazine”, alcuni dei nostri followers ci dicono “Per me non è una semplice pagina è diventata qualcosa di più, un punto di riferimento, un motivo di orgoglio”, per me Sarah è un sogno, un sogno che si realizza giorno dopo giorno. Quando siamo partiti eravamo una semplice pagina Instagram, dopo un anno abbiamo aperto il nostro sito, abbiamo iniziato un podcast, abbiamo intervistato persone e collaborato con realtà italiane e all’estero. (Nello specifico il nostro sito è www.weafricansunited.it, il nostro podcast è https://open.spotify.com/show/49KLk18U8fPx4PuHtxPqTb, abbiamo intervistato personaggi come la show girl Ainett Stephens, il calciatore Enock Barwuah, il cestista Paul Biligha, il creatore di Mayyan ( il motore di ricerca che vuole impattare il continente africano) Moussa Toure, il cantante Tommy Kuti, il rapper Laioung, il cofondatore di Moleskine Foundation Adama Sanneh e tanti altri., abbiamo partecipato come speaker a eventi all’università della Sapienza, al festival Afrobrix di Brescia).
Potrei dire che siamo diventati una piattaforma che vuole informare, ispirare le nuove generazioni alla conoscenza del mondo afro e portare alla luce nuovi punti di vista creando un senso di unità e comunità. Oggi siamo un team di giovani afrodiscendenti e credo che la forza del nostro progetto sia proprio il fatto che siamo noi a scrivere la nostra storia, siamo noi a raccontarla con i nostri occhi. Vorrei che diventassimo una vera piattaforma globale, mi immagino tra qualche anno di vedere accessi sul nostro sito da ogni parte del mondo.
Già siamo seguiti da persone che vivono in Ghana, Senegal, negli Stati Uniti, in Francia, in Inghilterra e stiamo collaborando con realtà simili in Francia e Stati Uniti (In Francia con Nofi, il primo media afro in Francia e Amazingly Africa un podcast negli Stati Uniti) questo mi fa sognare e far capire che neanche le barriere linguistiche possono fermarci. I nostri prossimi obiettivi sono continuare a fare interviste con persone africane e afrodiscendenti di vari campi in tutto il mondo, aggiungere la sezione “contributori” ovvero coloro che vogliono scrivere per We Africans United periodicamente o contribuire al progetto (ad. esempio videomaker, grafici ecc) e diventare una piattaforma con sempre più voci, produrre materiale educativo come video, libri, corsi.
Se invece penso davvero in grande mi immagino di diventare un media importante in Italia, creare un vero proprio magazine, avere uno spazio televisivo dove intervistare giovani afrodiscendenti che stanno facendo grandi cose in Italia  sempre rimanendo fedeli alla nostra linea cioè concentrandoci sul talento e le storie individuali che possono essere d’ispirazione a tutti.
Qual è il messaggio che vorresti che restasse più impresso a coloro che leggeranno questa intervista?
Il messaggio che darei è il nostro sogno è possibile dobbiamo crederci, uscire dalla nostra bolla e aprirci al mondo. Qualche anno fa se mi avessero detto parla davanti a un pubblico o porta un progetto avrei detto impossibile.Ma un giorno constatai che non dovevo lasciare che la mia timidezza, le mie paure e i miei limiti avessero la meglio. Iniziai piano piano a buttarmi, a iniziare nuove esperienze anche con la paura e solo così ho potuto scoprire potenzialità che avevo e di cui non ero a conoscenza. Dunque si, potrei dire, mettevi in gioco, abbiate il coraggio di fare cose che non avete mai fatto, di percorrere sentieri che non avete mai percorso,  di costruire la vostra strada giorno dopo giorno, tassello dopo tassello.
Non lasciate mai che le paure e i limiti che vi ponete nella mente vi impediscano di realizzare i vostri sogni. Guardatevi intorno, il mondo è pieno di problemi ma noi come esseri umani possiamo trovare altrettante soluzioni. Se usciamo dalla nostra bolla possiamo davvero essere luce per gli altri. Ci tengo a ringraziare tutto il team: Levi, Aicha, Koura, Selma, Bimata, Moctar, Fatzi, perchè la lezione più grande che mi ha insegnato è che insieme si possono realizzare grandi cose.
Ph. @bianconigliostudio

banner

Recommended For You

About the Author: PrM 1