Disabilità. Su 1,5 mln libri in Italia, solo 24mila accessibili

Gioffrè (Accessiway): è come decidere cosa può leggere persona

(DIRE) Torino, 9 Mag. – Su 1,5 milioni di libri in commercio in Italia, i titoli accessibili sono solo 24mila, di 76 marchi diversi (dati Fondazione Lia). Sono numeri che fotografano un divario talmente grande “che è come decidere a priori cosa può e cosa non può leggere una persona con disabilità. E precludere la lettura è una delle cose più gravi che può fare la nostra società”. A dirlo è Dajana Gioffrè, chief visionary Officer di AccessiWay, azienda italiana che si occupa di accessibilità digitale a tutto tondo, nell’ambito del seminario ‘Tutto quello che devi sapere sull’accessibilità in editoria’, che si è svolto questo pomeriggio all’interno del Salone internazionale del libro di Torino. Gioffrè è una persona non vedente e, nel corso dell’evento ha raccontato la sua difficoltà nel trovare libri accessibili quando studiava all’università. “Alla fine sono riuscita a laurearmi ma bisogna tenere presente tutte le difficoltà che deve affrontare uno studente nella ricerca di un testo che possa essere accessibile. Basti pensare- dice Gioffrè- che secondo un recente studio sull’editoria universitaria sono il 2% del totale gli studenti con disabilità e disturbi specifici dell’apprendimento che frequentano le università italiane. Un grande pubblico potenziale al quale l’editoria deve guardare”. In Italia le persone cieche e ipovedenti sono 2 milioni. “Sono persone in molti casi pronte a spendere i propri soldi- sottolinea Gioffrè- e contente di farlo quando trovano prodotti accessibili”.

“Sono ancora troppe le barriere che privano molte persone con disabilità dell’utilizzo delle piattaforme digitali e dunque dell’accesso alla cultura- ha detto nel corso dell’evento Daniele Forzan, amministratore di Dgline- L’industria editoriale può e deve evolversi per rendere i contenuti web e digitali accessibili a tutti. Anche perché, di fronte a un mercato che perde lettori (-4% nei primi tre mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023), approcciare all’accessibilità non solo può essere eticamente giusto ma anche economicamente vantaggioso per chi si occupa di editoria perché consente di ampliare il proprio pubblico di lettori. Inoltre- continua Forzan- l’intelligenza artificiale in questo ambito può consentire di abbattere i costi di produzione. Rendere un libro accessibile vuol dire dunque aumentare il proprio fatturato e avere un ritorno da quell’investimento. C’è una grande platea di persone con disabilità che in questo momento non è raggiunta perché banalmente il libro non è accessibile o non lo è l’infrastruttura informatica per arrivare ad accedere a quel libro”. (Mab / Dire) 16:13 09-05-24

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