Il Dipartimento all’Agricoltura della Regione Calabria è vicino alle difficoltà dei pescatori calabresi

“Da tempo ci stiamo battendo presso l’UE contro le politiche troppo restrittive, nel rispetto della sostenibilità ambientale” . In previsione della nuova programmazione europea, il Dipartimento all’Agricoltura della Regione Calabria ha avviato un confronto con le Associazioni di categoria

ittica

Catanzaro, 19 Febbraio 2015 – A caldo della protesta dei pescatori di Nicotera, il Dipartimento all’Agricoltura della Regione Calabria dichiara che “da tempo si sta battendo contro le politiche restrittive della Commissione Europea, con l’obiettivo unico di tutelare il pescatore”, sottolineando che la crisi del comparto interessa tutta l’Italia e non solo la nostra regione. “Comprendiamo benissimo – prosegue il Dipartimento – il malessere dei pescatori di Nicotera e i nostri sforzi sono tutti orientati verso il sostegno del comparto, la sostenibilità e la tutela del mare. La contrazione della produttività, del fatturato, dei livelli occupazionali del comparto è stata gestita concretamente, grazie ai fondi strutturali messi a disposizione dall’UE e verrà gestita ancora, grazie a quelli che arriveranno”. In particolare, grazie al Fondo Europeo per la Pesca (FEP 2007-2013), il Dipartimento ha svolto un’azione puntuale nel favorire la stabilizzazione del comparto pesca e nel creare le condizioni per il suo rilancio. Nel dettaglio: sono state messe in campo tutte le misure socio-economiche volte a creare condizioni di accompagnamento alla riconversione dei pescatori verso altre attività produttive; sono state attivate, con buoni risultati, le misure relative agli interventi nel settore della “lavorazione e commercializzazione” dei prodotti ittici che vedono in Calabria alcuni punti di eccellenza a livello nazionale sia imprenditoriali che occupazionali; nella logica degli incentivi alle aree di pesca in situazione di crisi, è stato decisivo l’intervento nella promozione dei Gruppi di Azione Costiera (GAC), che il 24 e 25 febbraio saranno impegnati in un convegno che vedrà la presenza di tutti i GAC europei (progetto SHADES, di cooperazione transnazionale) e che vedono proprio nell’integrazione tra il comparto ittico e la valorizzazione turistica della fascia costiera il loro momento qualificante. In Calabria, infatti, sono stati costituiti 6 Gruppi di Azione Costiera che hanno avviato, con il primato in Italia, progetti di sviluppo locale. Lo sviluppo di pescaturismo e ittiturismo, che offrono una straordinaria possibilità, utile a rispondere all’esigenza di potenziare il settore e migliorare contemporaneamente l’offerta turistica regionale. Nello specifico, la Regione Calabria – in armonia con quanto previsto dall’art. 1 della Legge Regionale 15/2009 e s.m.i. – ha inteso regolamentare tali attività, al fine di contribuire a tutelare, qualificare e ittica2valorizzare le risorse e le attività della pesca e dell’acquacoltura, favorire la diversificazione dell’attività degli operatori ed, infine, conservare e promuovere le tradizioni culturali e gastronomiche del settore della pesca in Calabria. Con la nuova programmazione comunitaria, che prevede la concessione di un Fondo Europeo per gli Affari Marittimi (FEAMP 2014-2020), ci sarà una dotazione nazionale di 537 milioni da distribuire sulle diverse misure in 7 anni. In riferimento a quest’ultimo, il Dipartimento all’Agricoltura della Regione Calabria ha avviato un confronto con le Associazioni di categoria, avviando la messa in campo di un progetto a favore della “piccola pesca artigianale“. Le linee di sviluppo di questo progetto riguardano il rafforzamento della piccola portualità peschereccia; interventi volti al rinnovo della flotta, alla sicurezza in mare e alla commercializzazione diretta; creazione di Centri servizi e di un nucleo di Pescatori “leader”; supporto economico ai pescatori per la qualificazione ambientale.

Dati sul comparto ittico in Calabria

La situazione del comparto ittico calabrese è in linea con quanto si è prodotto negli ultimi venti anni sia a livello nazionale che dell’Unione Europea. Il progressivo aumento della richiesta di prodotti ittici da parte del consumatore (in Italia la domanda si é accresciuta in 40 anni da 12 a 26 kg pro capite anno) si è dovuto confrontare con il progressivo impoverimento della risorsa marina. Attualmente in Italia, così come a livello europeo, la domanda interna di prodotti ittici è coperta da prodotto pescato “localmente” soltanto per il 30%, mentre il resto proviene dall’importazione anche da paesi lontani (Asia e Sud America principalmente). 
Il progressivo calo della risorsa marina ha determinato in Calabria, nell’ultimo decennio, un calo della produzione di ben il 22% in termini di produzione sbarcata e del 31% in termini di fatturato (ISTAT 2013). Come detto, il dato è in linea con le altre regioni italiane che PastedGraphic-4in certi casi (si veda la Sicilia,la Puglia e le Marche) hanno visto riduzioni prossime al 50% . La crisi del settore ha visto anche la riduzione degli addetti alla pesca diretta che si è attestata in Calabria a 2474 unità (ISTAT 2013), mentre le imbarcazioni presenti nel registro della flotta nazionale sono 866 (Dati Mipaaf – Luglio 2014). La media degli imbarcati è di circa 2,9 unità a fronte di quella nazionale che è di circa 2,2 unità. La riduzione della flotta e degli addetti ha colpito soprattutto i settori della pesca a strascico, considerata di maggior impatto sull’ambiente e i cui requisiti di economicità complessiva si sono drasticamente ridotti a seguito dell’aumento dei costi del carburante. È questo infatti il segmento della flotta da pesca che vede la maggiore potenza installata e per conseguenza un’incidenza dei costi energetici superiori agli altri comparti della pesca artigianale. È ormai scientificamente provato che lo sviluppo futuro della pesca europea e mediterranea non potrà fare più affidamento su imbarcazioni di grandi dimensioni, con potenze motore elevate, ma dovrà svilupparsi favorendo la piccola pesca artigianale in grado di utilizzare attrezzi da pesca meno impattanti sulla risorsa. Nei dati complessivamente negativi del settore – ribadiamo – che l’attuale consistenza numerica e strutturale della flotta da pesca calabrese è assolutamente in linea con le direttive nazionali e comunitarie in materia e potrà al meglio sfruttare le buone prospettive aperte dall’attuale miglioramento della situazione complessiva degli stocks ittici di recente accertato dall’UE. Nella flotta calabrese, anche in comparazione con altre marinerie, si può rilevare come il segmento della piccola pesca costiera o pesca artigianale rappresenti nel suo complesso circa il 75 % del totale.
Si tratta quindi di una marineria “ leggera” con una potenza installata estremamente contenuta che ha già subito una profonda riduzione soprattutto nel segmento della pesca a strascico più impattante, a vantaggio delle attività più selettive quali la pesca con attrezzi fissi (tramagli e reti da imbrocco) e con il piccolo palangaro artigianale. La flotta calabrese è ripartita abbastanza omogeneamente su tutto il territorio con delle concentrazioni nei porto ionici di Corigliano e Crotone e in quelli tirrenici di Reggio Calabria e Vibo Valentia.
Il numero medio di imbarcati in questo segmento di flotta è quindi costituito da 2 addetti in media, spesso dello stesso nucleo familiare, e la condizione di un singolo pescatore per imbarcazione è molto frequente. Il requisito di una flotta da pesca “leggera” in termini di potenza installata, abbinato a quello di estrema differenziazione delle attività di pesca praticate nel corso dell’anno, è quindi un punto di forza e non di debolezza della flotta calabrese.

Ufficio stampa Ittica – Servizio di promozione della pesca in Calabria (FEP) – Lara Luciano

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