Immigrazione, a Reggio Emilia ennesimo scandalo dei profughi che gettano il cibo dei poveri

Coisp: “Una vergogna pure documentata dal Viminale dove però si insiste a fingere che tutto vada bene. Ma agli italiani chi pensa?”

COISP“L’ennesima vergognosa ‘fotografia’ che stavolta viene da Reggio Emilia mostra, ancora una volta, lo scandalo di un Paese che dice di fare ciò che in realtà non può e non sa fare, e che oltre tutto per questo fa pagare un prezzo troppo salato ai suoi cittadini, gravando sulle spalle di chi è in grado di contribuire e non facendo abbastanza per chi è in condizione di vero bisogno. E il pedaggio non lascia ovviamente indenni gli Appartenenti alle Forze dell’Ordine che, anzi, danno più di tutti sopportando, quasi da soli, il peso di un fenomeno epocale. Ma la cosa peggiore è che al danno si unisce un’insopportabile beffa, poiché questa ‘fotografia’ è puntualmente documentata al Viminale, dove compare bellamente nella rassegna stampa istituzionale mentre il Capo del Ministero insiste a dire che tutto va bene, e che anzi, dopo le amministrative i sindaci saranno ben contenti di incrementare l’accoglienza. Evviva! Così i tanti italiani sotto la soglia di povertà non potranno contare neppure sui pasti offerti loro dai volontari che finiscono gettati via quando i presunti profughi non ne restano soddisfatti!”. Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, dopo le nuove clamorose notizie che vengono da Reggio Emilia, dove i media hanno ampiamente riferito della vera e propria “Bufera sui profughi sazi e ingrati” che “Scelgono il cibo e poi lo buttano” si legge in uno dei titoli che fa bella mostra di sé nientemeno che nella rassegna stampa del Ministero dell’Interno. Gli articoli parlano dell’assurda situazione, con gli immigrati che si presentano alla mensa della Curia,
pur avendo a disposizione il ticket per andare in tutte le altre mense cittadine, e dopo aver selezionato il cibo gettano via quello che non è di loro gradimento. Circostanze inaccettabili, che hanno spinto la direttrice della mensa ad ammettere: “Noi accogliamo tutti quelli che sono in condizione di bisogno. Ma se si viene alla mensa per creare confusione e buttare via il cibo, allora non ci stiamo”. Amareggiato anche don Giuseppe Dossetti, decano dell’accoglienza, che tenta di gettare acqua sul fuoco ma si chiede perché avendo ticket per tante altre mense alcuni profughi si presentino a quella del Vescovo, circuito dell’accoglienza dei poveri. E altri volontari, addirittura, raccontano che i profughi, in realtà, si presentano a più di una mensa e proprio per questo, in ognuna di esse, scelgono solo ciò che più li aggrada. “Amareggiati siamo anche noi – insiste Maccari -, che lavoriamo quotidianamente per arginare i problemi generati dall’emergenza e vediamo tante, troppe di queste situazioni di caos, di ingiustizie, di cattiva gestione di un fenomeno che, per lo più, è solo un enorme business per chi sulla pelle degli immigrati e sui sacrifici cui sono costretti i cittadini italiani ci lucra, forte di un meccanismo che lascia tutti
allo sbaraglio, e ci mette in condizioni di dover fronteggiare una situazione per la quale non abbiamo i numeri, i mezzi, le risorse. A Padova si è giunti a sborsare cifre sostanziose ai privati che mettano a disposizione seconde case per gli immigrati, che facciamo entrare nel Paese senza avere idea di dove farli stare. E tutto questo mentre gli italiani annaspano disperatamente, a partire dalle Forze dell’Ordine costrette a svolgere il proprio lavoro senza neppure il minimo di ciò che dovrebbero avere. Tutto questo mentre gli italiani perdono il lavoro, perdono case messe su con una vita di sacrifici, vedono le rispettive famiglie andare in pezzi e, Dio non voglia si trovino ad affrontare un problema più oneroso del consueto, restano sommersi dal bisogno e lasciati ad una fine di orrendo abbandono”.

Ufficio Stampa Co.I.S.P. Nazionale

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