Libia, Gheddafi scrive a Obama

Il Rais libico, Gheddafi, ha inviato un messaggio al presidente americano Obama, «in seguito all’uscita dell’America dall’alleanza coloniale dei crociati contro la Libia». A riferirlo è l’agenzia di stampa libica, Jana. Per ora i dettagli della missiva non sono stati precisati e Hilary Clinton, interrogata durante una conferenza stampa, ha preferito sorvolare sulla questione.

I raid aerei intanto proseguono, ma la coalizione ha fatto sapere che diventano di giorno in giorno sempre più difficili a causa dell’utilizzo di scudi umani che non permettono le azioni militari. Ad affermarlo è la Nato, dichiarando che, proprio a Misurata, la tecnica è ampiamente utilizzata. Oana Lungescu, portavoce Nato, ha fatto sapere che: «stanno cambiando tattica, usando veicoli civili e nascondendo i carri armati in città come Misurata. Inoltre, usano scudi umani per la loro protezione. Ciò rende più difficile colpire i target. La coalizione resta vigile per evitare vittime civili. Il nostro mandato Onu è la protezione dei civili da attacchi e da minacce di attacchi. Noi rispetteremo pienamente questo mandato». Sempre secondo le fonti Nato, il potenziale bellico della Libia ad oggi è stato ridotto del 30%, grazie alle azioni alleate. Intanto i ribelli accusano la Nato di avere lasciato da sole le forze antigovernative, senza appoggio vero e proprio. La Nato dal canto suo fa sapere che le azioni di protezione della popolazione hanno la precedenza su qualunque altro target. A tale proposito la portavoce aggiunta dell’alleanza, Carmen Romero, ha detto: «La Nato ha un mandato molto chiaro e farà di tutto per proteggere i civili. Misurata è la nostra priorità numero uno».

Secondo fonti ben precisate, al-Qaeda si starebbe muovendo per infiltrare i propri Kamikaze sul terreno libico e magrebino, al fine di creare i presupposti per un consenso dei fondamentalisti islamici. La cellula del Maghreb Islamico Aqmi sarebbe direttamente coinvolta, proprio dal fatto che alcuni terroristi sarebbero stati fermati ed identificati. A rivelarlo è una fonte della sicurezza algerina al quotidiano locale Ennahar. Il terrorista coinvolto era stato inseguito dalla forze algerine in precedenza e, dopo lo sconfinamento in Libia, è stato ricacciato nel paese di provenienza dalle forze di Gheddafi. Il presunto kamikaze aveva con sé una cintura esplosiva e un kalashnikov ed è rimasto ucciso durante uno scontro a fuoco con le forze tunisine, non arrendendosi e cercando la fuga.

Salvatore Borruto

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