Circa 20 milioni di elettori (95,7%) hanno detto sì all’abrogazione della norma sull’affidamento e la gestione dei servizi pubblici locali. Il sì ha superato i 23 milioni (più del 96%) al referendum sulle tariffe dell’acqua. Per quel che riguarda le norme che consentono la produzione nel territorio di energia elettrica nucleare hanno detto sì circa 22 milioni di italiani. In ultimo, gli italiani, hanno abrogato anche la legge che prevedeva lo scudo legale e cioè il legittimo impedimento del premier e dei ministri a comparire nei processi penali. Le reazioni sono state molto diverse: Berlusconi ha recepito la decisione degli italiani, piacevolmente compiaciuto della loro voglia di partecipare attivamente alla vita politica del paese ha assicurato che Governo e Parlamento adesso accoglieranno pienamente il responso del referendum. Bersani chiede le dimissione del Governo e vorrebbe già che il Colle predisponesse delle consultazioni. Di Pietro è stranamente cauto e non vuole assolutamente le dimissioni del governo, sintomo questo che “Tonino” ha compreso che per cavalcare il malcontento popolare non occorre fare il muro contro muro con il cavaliere. Calderoli è invece stanco di vedere disilluse le sue aspettative di vittoria e auspica, al più presto, un centro destra capace di rinnovarsi per cogliere meglio le mutate volontà degli elettori.
Fabrizio Pace