India. Dopo 80 giorni salpa la petroliera Enrica Lexie

Enrica Lexie La petroliera Enrica Lexie, dopo 80 giorni di sosta obbligata presso il porto di Kochi, nel sud dell’India, è riuscita finalmente a salpare alle ore 23 locali (le 19.30 in Italia). Dopo aver ottenuto infatti i gli ultimi permessi dalle autorità doganali e portuali, ha fatto rotta verso lo Sri Lanka dove farà scalo per qualche piccola riparazione. Il direttore generale della compagnia armatrice Schiano ha precisato: “Navigheremo al largo oltre le 24 miglia nautiche delle acque territoriali e contigue indiane e dopo una navigazione di 26-27 ore arriveremo lunedì in mattinata in Sri Lanka“. L’equipaggio è composto da 24 uomini, oltre i quattro militari dell’unità anti-pirateria. Ovviamente mancano all’appello Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ancora detenuti presso il penitenziario di Trivandrum con l’accusa di aver ucciso i due pescatori indiani scambiati per pirati lo scorso 15febbraio.La Corte Suprema di New Delhi, che ha emesso la sentenza nella giornata di mercoledì, aveva subordinato il via libera del mercantile ad una serie di condizioni tassative da dover espletare. Tra queste, il deposito di una fideiussione per un ammontare di 30milioni di rupie ( circa 420 mila euro) presso il registro della Alta Corte di Kerala. In seguito a tale deposito, avvenuto per mano del generale della compagnia armatrice, Pio Schiano,  quest’ultimo si è inoltre impegnato a mettere a disposizione delle autorità indiane  sei membri del suo equipaggio qualora dovessero risultare necessari ai fini delle indagini o in sede di processo a carico dei due armatori imputati. A fronte di tale dichiarazione di intenti e il soddisfacimento delle condizioni dettate, il tribunale ha pacificamente emesso la propria autorizzazione agli enti doganali e portuali di Kochi per il nulla osta. Con la partenza della petroliera italiana di 58 mila tonnellate di stazza e attualmente senza carico, si chiude con successo un capitolo della complessa vicenda iniziata quel tragico pomeriggio del 15 febbraio. Ora gli sforzi della diplomazia italiana e del team legale sono concentrati sulla Corte Suprema, il massimo organo giudiziario indiano, che il prossimo 8 maggio esaminerà il ricorso di Roma per ottenere il riconoscimento della giurisdizione nazionale e quindi la possibilità di processare i due marò secondo le leggi italiane.

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