Pussy Riot: intimidazioni contro la cantante del gruppo

Ultimo aggiornamento sabato 24 Novembre 2012 ore 17 e 02

Russia  – Maria Aljokhina la cantante del gruppo punk russo Pussy Riot, in carcere a scontare una pena di due anni per la preghiera contro Putin, ha denunciato di aver subito aggressioni e minacce, nella colonia di lavoro in cui è rinchiusa. La Aljokhina ha raccontato di essere al centro di una classica vicenda di nonnismo carcerario da parte di alcune detenute che non accettano di buon grado l’arrivo della celebrità. E’ cominciata con piccoli dispetti, qualche insulto, un paio di spintoni e si stava trasformando in qualcosa di peggio.

La direzione dell’istituto, in via del tutto precauzionale, ha deciso di rinchiudere la cantante in cella di isolamento al fine di evitare qualsiasi brutta sorpresa. La cella è una stanza di un paio di metri quadri senza wc e senza luce elettrica dove si può solo stare seduti sul pavimento e si ricevono i pasti una volta al giorno attraverso una grata. Al momento Maria Aljokhina rimarrà internata fino  a quando si calmeranno le acque e la situazione non sarà così pericolosa per la propria incolumità.

Dalle ultime indiscrezioni inoltre, lei e la più nota Nadia Tolokonnikova, detenuta in un carcere della Mordovia, dopo mesi di pressioni e di velate minacce hanno deciso di abbandonare i propri avvocati, militanti anti Putin particolarmente invisi al governo, affidandosi ad una giovane avvocato ritenuta dai giudici, meno aggressiva. Questo aprirebbe le porte ad una condanna molto meno dura, trattamento riservato all’altra componente del gruppo, o addirittura alla grazia.

Salvatore Borruto

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