Immigrazione: la sottile ipocrisia europea

Immigrazione:corteo migranti a Lampedusa, scortati da agentiLe dure considerazioni fatte del Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, nelle settimane scorse in tema di immigrazione, hanno avuto, se non altro, il merito di dare una netta sferzata ad una situazione che, come abbiamo sottolineato più volte, era già diventata insostenibile. Cosa farà di concreto l’Unione europea lo vedremo solo nelle prossime puntate, quel che è certo è che, a seguito della chiara presa di posizione italiana, diversi Paesi europei hanno iniziato a mutare atteggiamento. Il fenomeno migratorio, soprattutto negli ultimi anni, ha subito un processo di intensificazione e diversificazione enorme, tant’è che sono ormai decine di milioni coloro che, trovandosi in condizioni di vita particolarmente rischiose, sia da un punto di vista bellico che sanitario-alimentare, hanno preferito ricorre alla scelta, di per sé altrettanto rischiosa e drammatica, di raggiungere Paesi più tranquilli ed in grado di offrire condizioni di vita senza dubbio migliori.

E proprio qua viene il bello. Perché, sino a quando vi era ancora la prospettiva (a lunga scadenza) in base alla quale l’Italia avrebbe dovuto farsi carico delle conseguenze delle ondate migratorie, andava più che bene a tutti, pochissime lamentale ed impercettibili grida di allarme. Dopo l’annuncio di chiusura dell’operazione “mare nostrum” e la richiesta alle istituzioni europee di farsi carico del problema, affinché anche gli altri Paesi potessero dare un loro diretto contributo, hanno iniziato a suonare i primi campanelli d’allarme.

In modo ipocrita e mediocre, il governatore della Baviera, Bild Horst Seehofer, qualche giorno fa, aveva dichiarato che “l’Italia viola chiaramente gli accordi di Schengen. Se la situazione non cambierà, la Germania dovrà valutare seriamente la possibilità di fermare l’infrazione attraverso controlli alle frontiere”. Merkel AngelaA queste dichiarazioni ha fatto eco addirittura lo stesso Governo tedesco che, tuttavia, si è affrettato a specificare che si tratterebbe soltanto di una soluzione da attuare in presenza di determinate condizioni. Insomma, tanti giri di parole solo per non ammettere la verità, ovvero che in Europa, in tanti, forse la stragrande maggioranza, vorrebbero che le responsabilità principali e maggiormente gravi ricadessero sulla spalle del nostro Paese che, ricordiamolo, in ultima analisi e nella maggior parte dei casi rappresenta solo una tappa per i tanti (più o meno) disperati che vorrebbero raggiungere i Paesi del centro e nord Europa. Ben consapevole delle conseguenze che si avrebbero se l’Italia cambiasse autonomamente atteggiamento e conoscendo i numeri enormi che stanno caratterizzando il fenomeno migratorio, dinanzi alla concreta eventualità di doversi assumere responsabilità più ampie ecco che la Germania fa, non uno, ma diversi passi indietro in merito alla tante decantate accoglienza e solidarietà. E certo, la situazione cambia rispetto all’ipotesi in cui si deve arrivare a lavoro quasi finito.

Un problema particolarmente rilevante sarebbe quello dei rifugiati che, secondo Seehofer, arriverebbero proprio in Germania passando attraverso Italia ed Austria. Seehofer, tuttavia, riesce persino a rincarare la dose e, scaricando ancora vigliaccamente le principali responsabilità, trova l’escamotage attraverso cui tentare di salvare faccia e dignità nella registrazione e richiesta di asilo nel primo Paese d’ingresso dell’Ue, l’Italia.europa_flag Poi, dalla Germania, finalmente, qualche ammissione su cui riflettere. In primo luogo, l’esigenza di predisporre strumenti utili alla gestione del problema; in secondo luogo, la ripartizione equa dei rifugiati tra gli stati europei; in terzo luogo, la necessità di avviare forme di collaborazione con i Paesi di origine, provenienza e passaggio. Ma non era quello che voleva fare (e stata proprio facendo) il Governo Berlusconi che fu duramente attaccato non solo in Italia ma anche all’estero? È proprio questa la sottile ipocrisia europea…

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About the Author: Luigi Iacopino