Spiritualità e medicina è il tema dell’ultima conferenza-dibattito del Festival d’Autunno

anselmo 1Spiritualità e medicina è il tema dell’ultima conferenza-dibattito del Festival d’Autunno, tenutasi ieri a Catanzaro, nella Sala concerti di Palazzo De Nobili, che ha concluso il mini-ciclo delle conferenze-dibattito denominato “La fede 2.0”: eventi molto apprezzati dal pubblico che hanno impreziosito la rassegna, stimolando la riflessione e il confronto su temi di grande attualità.

Come quello proposto da Anselmo Mauro, giornalista de “La Stampa” e responsabile della cultura a Panorama, autore del libro “Luigi Novarese. Lo spirito che cura il corpo” che, incalzato dalle domande di don Armando Aufiero, responsabile internazionale del Centro volontari della sofferenza e postulatore della causa di canonizzazione del beato Luigi Novarese, si è soffermato sulla straordinaria attualità del suo messaggio, confermato anche dalla medicina di ultima generazione. .

Novarese fu innanzitutto un sacerdote, di inizio ‘900, che partendo dalla sua esperienza personale, essendo stato egli stesso da bambino gravemente malato di tubercolosi ossea, dedicò la sua vita agli ammalati, insegnando loro a pensare e vivere in modo nuovo il proprio ruolo e la malattia. Condannato a morte dai medici, fu costretto sin dall’età di 10 anni a vivere in Sanatorio, dove conobbe centinaia di malati di tubercolosi come lui, che in quanto infettivi venivano isolati, abbandonati dalla medicina del tempo, che non aveva alcun rimedio da offrire loro. Pochissimi erano infatti i fortunati che riuscivano sopravvivere, malgrado tale consapevolezza però, Novarese decide però di non abbandonare la fiducia nel Creatore e scopre l’intensità del silenzio e del raccoglimento dinanzi al Crocefisso, come antidoto all’angoscia della morte, che più delle sofferenze fisiche lo tormentava, sentendo crescere, dentro di sé, una presenza che lo fa sentire amato e non più solo al mondo con la sua malattia . Ecco perchè, miracolosamente guarito, decide di dedicare la sua vita agli ammalati, per alleviare la loro condizione. Aveva intuito ad esempio che la spiritualità può diventare sostegno terapeutico per il corpo e che la “Tristezza” è un ostacolo alle cure mediche, le stesse medicine somministrate a pazienti con la stessa patologia, causano effetti differenti: il malato “triste”infatti guarisce meno in fretta. La serenità quindi fa bene alla salute, chi è felice si ammala meno, afferma Novarese e con lui anselmo 2dopo 70 anni, la medicina di ultima generazione, che ha scoperto ad esempio il nesso tra stress e patologie, o l’influenza della depressione nella genesi di alcune malattie, a causa dell’ indebolimento delle difese immunitarie dell’organismo. Il malato quindi non è la sua malattia, ma è una persona che ha una ricchezza interiore da sostenere adeguatamente affinchè, attraverso la scoperta della potenza e dell’amore di Dio, possa affrontare con più forza e consapevolezza il proprio male; ecco perchè il modo in cui l’ammalato rielabora la propria malattia non puo’ essere escluso nel processo di cura.

Negli ultimi tempi si è molto discusso della spiritualità in oncologia e non pochi medici hanno dimostrato come gli aspetti spirituali si intersecano in tutte le fasi del trattamento oncologico. Più in generale, in tanti hanno rilevato quell’interazione tra il fattore psichico e il fattore fisico, che Novarese argomentava già negli anni ‘50 e che ha perseguito nelle case di cura, nei centri di assistenza, laboratori per disabili, da lui fondati e tuttora attivi ,dimostrando agli ammalati l’efficacia della motivazione religiosa nel cammino di guarigione.

L’ultimo appuntamento del Festival d’autunno sarà dedicato alla grande musica internazionale: infatti sabato prossimo 22 novembre,alle ore 21 si esibirà nel teatro Politeama di Catanzaro, un mito della musica jazz che non ha bisogno di presentazioni: Herbie Hancock.

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