Iran: continuano le proteste in nome di Masha Amini

In Iran le proteste continuano in nome di Masha Amini, una giovane ragazza di soli 22 anni, che è stata arrestata  e torturata dalla polizia della moralità alcuni giorni fa e per le ferite inflitte è finita in coma e dopo tre giorni è stata dichiarata morta. La giovane donna si trovava in vacanza con la famiglia a Teheran, la capitale. La “colpa” della ragazza è stata quella di non aver indossato il velo correttamente.

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Le  proteste continuano da 5 giorni, non solo a Teheran, ma in ben 15 città dell’Iran; molte donne e uomini sono scesi in piazza in nome di Masha. I manifestanti hanno bloccato il traffico, incendiando cassonetti e veicoli della polizia, e sono state lanciate delle pietre contro le forze dell’ordine. La polizia ha riposto utilizzando dei gas lacrimogeni, molti manifestanti sono stati arrestati, una notizia che arriva direttamente dall’agenzia Irna. Molte donne Iraniane si sono tolte l’hijab, e successivamente gli hanno dato fuoco, un segno per protestare contro la legge sul velo obbligatorio nello stato dell’Iran.

Una rivolta che si sposta pure nel mondo del web, sono diventati virali i video di molte donne Iraniane in cui si tagliano i capelli e danno alle fiamme l’hijab. Milano, Toronto, Berlino e tante altre città, sono scese in piazza in nome di Masha, per compiere lo stesso segno di protesta delle donne Iraniane.

La polizia Iraniana sta vivendo una situazione drammatica, i manifestanti hanno chiesto la loro abolizione. Non solo il popolo, molti parlamentari hanno criticato i “modi di fare” del corpo della polizia, e richiedono una urgente revisione o  l’abolizione. Mohammad Bagher Ghalibaf,  il Presidente del Parlamento, ha richiesto una inchiesta, queste le sue parole: “I metodi utilizzati da queste pattuglie dovrebbero essere rivisti” (Fonte: tgcom24.it).

AO

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