GP del Brasile

Sono bastati sette giri per compromettere le chance di vittoria di Fernando Alonso. Lo spagnolo della Ferrari, probabilmente, non avrebbe comunque insidiato il successo a Sebastian Vettel, però, avrebbe certamente messo ancor più pressione di quanto non abbia fatto su Mark Webber. Sette giri, è questo il lasso di tempo che è stato sufficiente perché le RedBull volassero via con 11 secondi di vantaggio su Alonso, impegnato a liberarsi del poleman a sorpresa Nico Hulkenberg. Superato il tedesco della Williams, per Alonso è stato impossibile colmare il gap, anche perché il passo gara della Ferrari era sì ottimo – vicino a quello delle RedBull – ma non tale da permettere un recupero così importante. Nemmeno la safety car, entrata al 50mo giro dopo l’incidente di Vitantonio Liuzzi, ha compattato i tre in testa. Infatti, tra Vettel e Webber e tra l’australiano e Alonso, una lunga serie di doppiati ha impedito un contatto diretto, che potesse ribaltare il risultato della corsa paulista. Così, giochi per il titolo piloti tutti aperti, con Alonso che comanda su Webber, distanziato di appena 8 lunghezze e Vettel terzo a 15 punti di distanza. Un titolo, Interlagos l’ha comunque assegnato: è il Mondiale Costruttori, che va meritatamente alla miglior vettura del lotto, la RedBull progettata da Adrian Newey si è dimostrata sempre all’altezza a prescindere dal tipo di circuito. Il genio inglese ha disegnato per l’ennesima volta una vettura che ha fatto da riferimento. Ed è solo per una logica interna alla squadra che gli austriaci non hanno chiuso anche il Mondiale piloti. Caustico, ieri, Niki Lauda, che ha commentato così la scelta di non dettare ordini di scuderia da parte di Chris Horner, per favorire Webber e portarlo ad appena un punto di distacco da Alonso: “c’è chi corre per lo sport (il riferimento era alla RedBull) e chi corre per vincere i Mondiali”. Adesso si andrà ad Abu Dhabi, domenica prossima, per assegnare l’ultimo titolo rimasto in palio. I favori del pronostico dicono che Alonso può accontentarsi di un secondo posto per vincere il titolo, anche con Webber vincente – l’australiano non vince da tre mesi. Però, il tracciato si annuncia favorevole alla RedBull, che potrebbe fare una doppietta. Anche in tal caso, la matematica arriva in sostegno dello spagnolo della Ferrari; infatti, se anche Alonso arrivasse terzo, diverrebbe campione purchè a vincere fosse Sebastian Vettel davanti al compagno Webber. Nell’eventualità, come si comporterebbe Chris Horner, gran capo RedBull che ha sempre professato parità di trattamento tra i piloti, avversando ogni opzione di gioco di squadra? Piegherebbe una morale professata durante tutto l’anno o la porterebbe alle estreme conseguenze? Di certo, come ha sintetizzato Lauda, correre in Formula Uno con la miglior vettura del lotto non può significare far semina di morale, è un dovere portare a casa il massimo risultato possibile, con il gioco di squadra che è da sempre una componente delle gare di Formula Uno. Domenica pomeriggio scopriremo se in RedBull corrono per sport o per vincere i Mondiali.

Fabiano Polimeni

banner

Recommended For You

About the Author: Redazione ilMetropolitano