Disfatta amaranto: Squadra inconcludente e deludente

di F.C.  – Qualcuno deve spiegare alla tifoseria, arrivati al giro di boa del campionato, come sia possibile cambiare 1000 volti alla squadra in 21 partite, cambiare 3 volte conduzione tecnica, avere un parco giocatori numericamente esagerato che possiede delle indubbie qualità, almeno nei curricula di alcuni elementi, ma non riuscire una sola volta, almeno nelle ultime 8/10 partite, a far sembrare quegli 11 ragazzi che vestono la maglia della Reggina una vera squadra di calcio.Atzori Che manchi un portiere lo si era capito già a settembre. Però che la Reggina all’ultima giornata di mercato abbia ceduto Marino (a “La Valletta” dove ha addirittura giocato in Europa league), Kovacsik (titolare nel Carpi, oggi 16 punti più di noi in serie B) e Baiocco (titolare in serie C nel Benevento) per prendere un calciatore (Benassi) che nella sua carriera aveva solo due stagioni sopra la sufficienza e che veniva da una squalifica lunghissima, é una cosa risaputa alla quale non può esserci alcuna spiegazione logico-sportiva, semmai solo di natura economico-finanziaria. Che alla Reggina manchi un attaccante lo si sa e lo si sapeva. All’ultimo giorno di mercato (o giù di li) nessuno ha obbligato il nostro (ex?)presidente a vendere (al Benevento!!!!) Campagnacci e svincolare Sarno per prendere un giocatore oltremodo imbarazzante (Louzada) e uno che veniva da due stagioni fallimentari e dopo ripetuti infortuni (Cocco). Nessuno ha pensato che Lillo Foti sia stato costretto a esonerare Atzori col quale si era impostata una squadra che giocava con la difesa a tre per passare ad un oltremodo imbarazzante Castori, purista (si fa per dire) del 4-4-2. La partita di Terni sviluppa e evidenzia tutti questi temi: accozzaglia di giocatori acquistati male e messi in campo peggio, squadra priva di alcun attributo caratteriale necessario per giocare al calcio anche che fosse una amichevole, errori grossolani costanti e ripetuti ( che non ci si faccia ingannare dagli errori di Zandrini e Sbaffo in occasioni delle reti, non sono i soli errori di enorme gravità commessi dagli amaranto nei 90 minuti!). Cambi di uomini e scelta dei giocatori da mandare in campo sempre senza alcuna logicità (l’ingresso del giovanissimo ed ingenuo Maza a 7 minuti dalla fine col terreno reso pesantissimo dalla pioggia caduta durante il match e sul punteggio di 1-1 avendo in panca gli esperti Adejo e Colucci, sembra più una bestemmia del calcio che un cambio atto a conservare il preziosissimo pari, raggiunto peraltro, dopo un regalo dei padroni di casa). Che la Reggina abbia avuto la palla dell’ 1-2 prima di subire il gol della 13.ma sconfitta, non deve far illudere più di tanto gli osservatori infatti, commentare la Reggina di Atzori diventa sempre più una impresa possibile solo ad indovini o psicologi. Che la finanza sia l’unica spinta che detta le scelte societarie, posponendo gli interessi sportivi in seconda o terza fascia, questo penso sia chiaro anche ai seggiolini del Granillo che assistono vuoti alle partite casalinghe della Reggina, ma cosa spinga un allenatore che rischia seriamente di giocarsi la propria carriera a Reggio Calabria, ad effettuare sempre e comunque scelte azzardate a tal punto da sembrare folli, non lo si riesce proprio a comprendere. Adesso il mercato. Speriamo che le scelte di Lillo Foti siano illuminate. Oltre un attaccante e un portiere questa squadra non ha cosa acquistare, senza spendere peraltro, visto il trend degli ultimi anni, si rischia di aggravare oltremodo la salute del malato. La Reggina si deve concentrare sull’allenatore. Atzori in 15 partite ha raccolto appena 10 punti. Castori nel suo poco ha avuto una media ben più alta. A chi sostiene che con Atzori la squadra gioca meglio occorre rispondere che i calciatori la Reggina li ha. Ha carenze, ovviamente, ma non a tal punto da giustificare la disfatta peggiore che storia Amaranto ricordi. Si perché non penso si siano mai registrate in 100 anni di illustre storia amaranto, contemporaneamente debacle così eclatanti sia negli aspetti societari, sia in quelli di mercato, sia in quelli di scelta di allenatori (il ritorno di Atzori, oggi sa ancor di più di ennesima pochezza societaria) e sia nella classifica. L’allenatore é colpevole, questo é ovvio, ma non deve essere il capro espiatorio di responsabilità ben più ampie, figlie delle scelleratezze degli ultimi anni ma, al contrario delle quote societarie e dei calciatori, il tecnico é il fattore più facile da cambiare. Al 25 di gennaio, pertanto, prima partita di ritorno, ci si aspetta un portiere con la P maiuscola, un Attaccante con la tripla A e un allenatore che non disperda il patrimonio di giovani che comunque la Reggina possiede e che tenti di raggiungere la salvezza (sarebbe una vera e propria impresa dato che serviranno almeno 30 punti) ma senza distruggere quanto di buono la Reggina possiede in caso di una sciagurata retrocessione. Che il nuovo coach sia quindi scelto con un occhio alla Lega Pro deve essere (purtroppo) indubbio. E se il mercato non ne ha a disposizione, se i soldi nelle casse prendono strade diverse, se la politica dei cavalli di ritorno é così tanto gradita al nostro Padron Foti,…..: Dionigi. E si gettino le chiavi dello spogliatoio fino alla fine della stagione prossima. Buon Anno. E che il 2014 sia migliore anche per la nostra Reggina.

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