Sanità. Con il coronavirus è aumentata la mortalità per infarto

(DIRE) Roma, 23 Set. – Si e’ concluso il Registro Isacs-Stemi Covid sull’Ima, il registro diretto dal professor Giuseppe De Luca dell’Universita’ del Piemonte Orientale. De Luca, esperto internazionale, ha coinvolto 77 tra le maggiori istituzione europee con l’obiettivo di confrontare i dati del 2020 nei mesi iniziali della pandemia con quelli rispettivi del 2019. Lo studio ha mostrato un calo del 19% dei pazienti con infarto acuto. “Inoltre -sottolinea De Luca- si e’ osservato che l’unica variabile clinica che ha impattato in maniera significativa sulla riduzione dei casi e’ stata l’ipertensione arteriosa, ovvero, la riduzione dei casi e’ stata significativamente piu’ marcata nei pazienti ipertesi (23%) rispetto ai non ipertesi (14%). Questo risultato viene spiegato dal fatto che i dati inizialmente emersi sull’associazione tra ipertensione, farmaci antiipertensivi e mortalita’ dei pazienti affetti da Covid, abbia avuto un maggior impatto psicologico sui pazienti ipertesi spingendoli a rimanere a casa nonostante i sintomi”. Oltre a recarsi meno in ospedale, i pazienti durante la pandemia molto piu’ frequentemente si sono presentati tardi. “Il ritardo al trattamento” ci spiega il professore “ci aiuta a capire il dato estremamente importante del registro, ovvero un incremento relativo della mortalita’ del 41%”. Il lavoro verra’ pubblicato a breve sul Journal of the American College of Cardiology (Jacc). “Si spera- conclude- che questi dati servano a lanciare un allarme alle autorita’ sanitarie nazionali in modo da poter adottare tutte le iniziative, da compagne educazionali ad interventi logistici sul territorio, necessarie a fare in modo che venga prevenuta una ulteriore strage di vittime, causata stavolta indirettamente dal killer Coronavirus”. (Com/Lum/ Dire) 18:18 23-09-20

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