Etiopia: la guerra in Tigray che nessuno vuole vedere

Il 3 Novembre del 2020, iniziò una guerra nel Tigray, regione  Settentrionale dell’Etiopia, una terra che si estende per 50.286 km², abitata da 7.070.260 abitanti. Come altre zone dell’Africa, appartiene alla zona del Corno d’Africa, terre considerate il quarto mondo, per via di alcuni fattori come: povertà, violenze sessuali, guerre e carestie. Orrori, che i cittadini sono costretti a subire da sempre. Molte persone non sono a conoscenza del conflitto che la regione del Tigray ospita da quasi tre anni, per la poca informazione lo racconta. Quest’ultima è dovuta anche al fatto che i mass media e i giornalisti non possono accedervi, né  quelli stranieri, e nemmeno quelli locali.

Il Primo Ministro dell’Etiopia Abiy Ahmed Ali, che nel 2019 “vinse” il premio Nobel per la pace, ha avviato l’attacco per mettere a tacere le richieste di autonomia. Avanzate dai tigrini. Il 24 Marzo 2022, il Governo dell’ Etiopia ha ordinato un cessate al fuoco, consentendo aiuti umanitari . Automezzi contenti beni di prima necessità, come: cibo, acqua e attrezzature mediche, sono state consegnate a tutti i civili che vivono nelle zone di guerra. Ma sono entrati soltanto 5 camion, dei 150 promessi. Tra i beni, c’erano anche medicine, ma ne sono arrivate solo il 4%, ed alcune erano scadute. Il sistema sanitario è al collasso. Le Nazioni Unite, hanno dichiarato che ci vorrebbero circa 100 convogli al giorno per sistemare la situazione.

Quasi 1,39 milioni di bambini  subiscono questa guerra, non hanno una infanzia felice, la scuola per loro non esiste. Ultimamente gli istituti scolatici a gradatamente stanno riaprendo a funzionare, dato che Dicembre scorso le forze del Tigray, si sono ritirate, dopo una lunga occupazione del territorio. Il Popolo del Tigray, è segnato da questo incubo ormai, potrà più restituire l’ innocenza, e l’ingenuità che normalmente  accompagna la vita dei fanciulli.

AO

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