Quattro settimane di proteste in nome di Masha Amini, niente sembra fermare l’onda rivoluzionaria che ha investito il popolo iraniano, nemmeno la repressione attuata dalle forze dell’ordine. Venerdì 4 Novembre, una dottoranda di 35 anni di nome Nasrin Ghadri è morta dopo essere stata manganellata dalle guardie, durante una protesta. La giovane donna studiava filosofia a Teheran, la capitale dell’Iran.
Nella giornata di ieri, molte persone sono scese in piazza nella città del Kurdistan a protestare per Ghadri, cantando “Morte a Khamenei”, la guida suprema dell’Iran. Le strade sono bloccate dai manifestanti, sui social sono molti i video che girano, nelle immagini possiamo notare come la polizia usi la violenza contro gli iraniani: spari sulla folla, violenza fisica, gas lacrimogeni, e tanto altro. Sono molte le persone che sono morte, e tante quelle finite in galera. Si pensa che siano morti anche dei bambini.
La storia di Nasrin Ghadri, è simile a quella di Masha Amini, pure lei è entrata in coma dopo essere stata picchiata selvaggiamente probabilmente colpita ripetutamente alla testa, il suo corpo non ha retto, dopo un po’ di tempo è morta, per le ferite riportate.
La ragazza era originaria di Marivan, e come tanti altri, era andata a protestare contro il regime Iraniano, un governo che da sempre schiaccia i diritti del genere femminile.
La donna è stata sepolta in fretta, gli iraniani hanno puntato il dito contro lo stato, accusandolo di aver nascosto la verità, il padre della ragazza ha comunicato che la figlia è morta per una ” malattia” o una “intossicazione”, un mese fa avevano detto la stessa cosa per Masha Amini (Fonte: Ansa.it).
AO