Tra consapevolezza e inconsapevolezza nell’era moderna

Certamente il tempo in cui viviamo propone delle sfide particolari che esigono più che mai serietà e intelligenza nella riflessione e nella comprensione delle poste in gioco.

È un continuo dissidio tra cardiocentrismo e ghiandola pineale, avvolti sin dall’antichità in un’aura di mistero e di sacralità; è la bellezza del nostro essere così come siamo, del nostro provare il sentimento della vita, così come lo proviamo tutto intero, senza sconti. È lo sguardo sul mondo, sulla vita, sull’insensato e sull’inaccessibile, o su ciò che disturba, sull’alternativa.

Ognuno si consuma a modo suo, nella sua poesia, chi estenuandosi nell’amore, che è senz’altro il motore primo della conoscenza e dunque del/nel dolore, chi nella ragione che indica la retta via, ma non assapora la bellezza. Poi c’è chi fa un uso spropositato della testa e provoca e fa della provocazione, la leva di una sollevazione contro il conformismo e contro ogni forma di neutralità indifferente,  e  misurando coraggiosamente, usa la ragione senza coinvolgimento e poi tiene alta la guardia per paura di accusare il colpo della realtà, interpellata e scrutata.

La ragione è equilibrio, riflessione, meditazione, razionalità e responsabilità, mentre il cuore, oltre a pulsare nel nostro petto e a scandire il ritmo della la nostra vita, segue i sentimenti, le passioni, le emozioni.

Forse inconsapevoli o forse troppo consapevoli?

Prof.ssa r.solano

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